Quattrocentomila cittadini chiedono una legge per sapere chi sono
Oggi un articolo sul quotidiano l’Avvenire riprende la delicata questione di un disegno di legge che stenta a essere trasformato in legge della Repubblica, lasciando l’amaro in bocca a circa quattrocentomila cittadini italiani non riconosciuti alla nascita. Il loro desiderio più grande è conoscere le proprie origini per ricostruire la storia della loro vita. Un altro motivo fondamentale è conoscere le patologie ereditarie per avere un’anamnesi medica familiare e poter prevenire eventuali malattie. Oggi una rappresentanza del Comitato nazionale per il Diritto alle origini biologiche si è riunita a San Leucio, vicino Caserta
per fare il punto della situazione e per festeggiare due “sorelle di culla”, Cecilia Aurino e Annamaria Paolino,
che hanno ritrovato la madre biologica. 58DA78EE-2836-4CD0-B879-5D0DEFE2E017Questo grazie all’istanza fatta al Tribunale per i minorenni di Napoli, F88978A6-04D8-46E8-AA58-C13BDD500E64che, come la maggior parte dei tribunali in Italia sta accettando le istanze di chi vuole conoscere le proprie origini, in base alla sentenza costituzionale del 2013 e alla sentenza della Cassazione del 2017.
L’unica possibilità che resta prima dello scioglimento delle Camere, dichiara Anna Arecchia, presidente del Comitato, sta nell’approvazione del progetto di legge in sede deliberante. È questo che i cittadini non riconosciuti alla nascita stanno chiedendo al Senato attraverso una mail bombing indirizzata ai Senatori della Commissione Bilancio e della Commissione Giustizia, nonché al Presidente Grasso.
La parola d’ordine è unica: approvate la legge prima che sia troppo tardi, prima che le nostre madri muoiano, fate che l’Italia sia veramente un paese civile!
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