giovedì, Aprile 18, 2024

Quando l’informazione diventa gossip

Resto sempre colpita da alcuni titoli e ancora di più da alcuni articoli di giornali rinomati.
Nel 2012 era il momento del Corriere della Sera, che pubblicava un articolo interessantissimo dal titolo “Polverini, shopping a Milano nel quadrilatero della moda”. Nel 2020 la situazione è la stessa e l’informazione diventa gossip, per attirare click e vendere pubblicità.

Quando l’informazione diventa gossip?


Nel 2012 nel pezzo sulla Polverini trovavamo una dettagliata lista della spesa di cosa la Polverini avesse comprato, manco fosse un giornalino di gossip da un euro. Mancavano solo le marche, ma la pubblicità si paga e il Corriere si era ben guardato da farla gratis ai negozi scelti dalla ex governatrice del Lazio per sistemare il suo guardaroba. Ma l’abitudine non si è persa, soprattutto sui certi tipi di giornali. E cosi subiamo ogni giorno titoli che ci raccontano fatti privati di personaggi più o meno pubblici. Da come usano il loro stipendio a cosa mangiano a pranzo. Soprattutto se guardiamo i quotidiani di destra. Pronti a smontare i politici di sinistra. Ma non sul merito, sarebbe troppo complicato per certe penne arrivare a scrivere qualcosa di sensato su un’azione di governo. No. Lo fanno cercando di smontare le persone e le loro abitudini quotidiane.

Scusate ma che ci frega di cosa compra e dove?

E così ci troviamo a vedere una foto del Presidente Conte e del suo orologio nelle prime pagine, dopo una conferenza stampa. E la questione non è cosa ha detto alla conferenza, ma quanto sarà costato quell’orologio? O peggio. La borsa della sua compagna. Ma se per comprare l’orologio o per quella borsa hanno usato il loro stipendio a noi che interessa? Non è che pagando con i soldi dei cittadini gli stipendi dei politici possiamo decidere come loro li debbano spendere. La cosa importante è che non usino soldi destinati ad altro.
Ma in questo periodo di carenza di notizie differenti dal coronavirus e dalle elezioni USA, riempire le pagine dei giornali diventa complicato e allora ci si abbassa a qualsiasi cosa.
Deve essere dura per un redattore, che magari aspirava a diventare il nuovo Enzo Biagi, dover pubblicare un articolo che non è una notizia, non è una novità, non è nulla se non puro gossip per fare letture o per fare contento il direttore di turno.

Serebbe interessante provare a togliere da questi quotidiani tutte le notizie che notizie non sono, e vedere cosa resta. Ma ricordiamo anche che se l’informazione diventa gossip è anche perché i lettori non hanno voglia di impegnarsi in qualcosa di più della lettura leggera della domenica. Un po’ come chi è arrivato in fondo a questo pezzo. Che altro non è che un modo, l’ennesimo, per dirvi che a costo di perdere lettori, noi non ci abbasseremo a quei livelli. E spero apprezzerete.

Diventare un giornalista di gossip è facile

Quando l’informazione diventa gossip un giornalista muore

O è quello che vorrebbe fare. Sotterrarsi, nascondersi. Ore e ore a cercare fonti, a scavare per trovare qualcosa di interessante da proporre ai lettori e poi tutti a leggere quanto costa la borsa della compagna di Conte. E delle guerre in medio oriente non interessa nulla a nessuno. Notti passate a cercare di trovare qualcosa di utile per aiutare i lettori ad andare oltre questo momento di crisi e poi tutti a commentare l’ultima letterina di Conte al bambino. E non a commentare il contenuto, no. Sarebbe troppo impegnativo. I commenti sono per la lettera del bambino, scritta troppo bene. Io capisco che per molti scrivere in italiano sia complicato. E che sia compliacato anche pensare in italiano spesso. Ma fino a quando l’informazione si abbassa a fare il gioco di chi vuole restare leggero, nascondendo cosi la propria ignoranza, non ne usciremo. Ne presto ne migliori. Non ne usciremo mai.

La cattiva informazione che modifica la nostra percezione della realtà

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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