martedì, Aprile 16, 2024

Prove Invalsi: i risultati sono preoccupanti

I risultati delle prove Invalsi sono molto preoccupanti, e mostrano un continuo degrado della scuola italiana. Nelle scuole medie quasi la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenza né in italiano né in matematica. Mentre nelle scuole superiori il dato è ancora peggiore, con oltre il 50% che non raggiunge le competenze. Molti incolpano la DAD, ma è davvero così?

Prove Invalsi: cosa dicono i risultati?

I risultati delle prove Invalsi mostrano un quadro preoccupante della scuola italiana. Nella scuola secondaria di primo grado rispetto al 2019 i risultati del 2021 di italiano e matematica sono più bassi, mentre quelli di inglese sono stabili. Il 39% degli studenti ha problemi in italiano (+5% rispetto al 2018 e 2019), il 45% in matematica (+5% rispetto al 2018 e +6% rispetto al 2019). In inglese invece il 24% ha problemi nel reading (-2% rispetto al 2018 e +2% rispetto al 2019) e il 41% ha problemi con il listening (-3% rispetto al 2018 e +1% rispetto al 2019).  

I disastrosi risultati mostrano che al Sud la situazione è ancora più problematica. In alcune regioni, come Campagna, Calabria, Sicilia e Sardegna, la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenza in italiano, mentre il 60% ha gravi problemi in matematica. Per quanto riguarda invece inglese, il 30-40% degli studenti non raggiunge le competenze nel reading, mentre il 55-60% nel listening.   

I risultati delle scuole superiori

Anche i risultati della scuola secondaria di secondo grado non sono incoraggianti. Per quanto riguarda le prove di italiano, il 44% non raggiunge le competenze (+9% rispetto al 2019), in matematica il 51% (+9% rispetto al 2019), in inglese reading il 51% (+3% rispetto al 2019) e inglese listening il 63% (+2% rispetto al 2019). Anche nelle scuole superiori c’è un netto divario tra Nord e Sud. In molte regioni del Sud oltre la metà degli studenti non raggiunge nemmeno la soglia minima di competenze in Italiano (Campania 64%; Calabria 64%; Puglia 59%; Sicilia 57%; Sardegna 53%; Abruzzo 50%). In matematica le percentuali di studenti sotto il livello minimo di competenza crescono ancora (Campania 73%; Calabria e Sicilia 70%; Puglia 69%; Sardegna 63%; Abruzzo 61%; Basilicata 59%; Lazio 56%; Umbria 52%; Marche 51%).

Per quanto riguarda l’inglese la situazione è drammatica un po’ ovunque. In inglese reading in certe regioni il 70% degli studenti non ha le competenze minime (Campania 68%; Puglia e Calabria 67%; Sicilia 66%, Sardegna 63%; Basilicata e Abruzzo 61%; Umbria 56%; Lazio 55%), mentre in inglese listening si raggiunge anche quota 82% (Calabria 82%; Campania 81%; Sicilia 80%; Basilicata 80%; Puglia 78%; Abruzzo 76%; Sardegna 71%; Umbria e Molise 67%; Lazio 65%; Marche 61%; Toscana 59%; Liguria e Piemonte 54;, Emilia-Romagna 53%; Veneto 51%).

È tutta colpa della DAD?

Questi dati allarmanti giungono dopo i 18 mesi di pandemia, che ha costretto gli studenti a frequentare le lezioni in didattica a distanza (DAD) per diversi mesi. Questo potrebbe sì aver creato ulteriori problemi, ma ad una scuola già in degrado da diversi anni. Per questo attribuire le colpe alla sola DAD non è una cosa corretta. La scuola italiana deve essere riformata completamente, e soprattutto i professori dovrebbero avere ancora il potere decisionale nella valutazione delle abilità di uno studente. La DAD ha certamente creato molti disagi, ma l’errore più grande è stato quello di non aver permesso lo scorso anno di bocciare nessuno. Questo è stato un danno maggiore per i ragazzi, che nell’anno successivo non sono stati in grado di seguire il passo del nuovo programma. E non diciamo che lo scorso anno è stata tutta colpa della DAD, dal momento che si sono svolti solo gli ultimi tre mesi di scuola online.

Inoltre, continuiamo ad incolpare la DAD, ma gli studenti non si sono lamentanti quando in molti casi sono stati regalati loro voti, si poteva copiare più facilmente le verifiche o sono è rusciti a dare 10 esami universitari in un mese, se non addirittura a laurearsi, grazie alla DAD. Si tratta di un traguardo che senza DAD avrebbero raggiunto dopo diversi anni, se non addirittura che non avrebbero raggiunto. È vero, la DAD può avere creato diverse problematiche, ma ripeto ancora una volta che bisogna riformare la scuola italiana, il degrado è iniziato molto prima della pandemia. Quindi, il problema di questi risultati non è la DAD come metodo di apprendimento in sé, quanto più alla situazione che si è andata a creare nelle scuole negli ultimi anni, e che in questo periodo può essersi accentuata.


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