sabato, Dicembre 7, 2024

Proteste in Polonia per i piani di abbandono della convenzione sulla lotta alla violenza contro le donne

Proteste in Polonia dopo la comunicazione da parte del Ministro della Giustizia ha dichiarato di voler recedere dalla convenzione europea contro la violenza sulle donne. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Varsavia e in altre città polacche per protestare.

La Convenzione di Istanbul è il quadro giuridico più completo esistente per combattere la violenza contro donne e ragazze, che copre la violenza domestica, lo stupro, l’aggressione sessuale, le mutilazioni genitali femminili, la cosiddetta violenza basata sull’onore e il matrimonio forzato. La Polonia ha ratificato la convenzione nel 2015 prima che l’ultra conservatore Law and Justice Party fosse al potere.

Le proteste in Polonia

I manifestanti hanno gridato “lotta contro il virus, non contro le donne” mentre camminavano per Varsavia venerdì pomeriggio. L’attuale governo polacco sostiene che la convenzione, elaborata dal Consiglio d’Europa, un’organizzazione per i diritti umani composta da 47 Stati membri, contravviene ai valori della famiglia cattolica romana della Polonia.

La convenzione in Europa

La Gran Bretagna ha firmato la convenzione nel 2012, rendendolo uno degli ultimi membri dell’UE a farlo – insieme a Bulgaria, Ungheria e una manciata di altri – e il governo del Regno Unito è stato fermamente condannato per non averlo ratificato. La mancanza di ratifica significa che il Regno Unito non è legalmente tenuto a seguire la convenzione.

Gli attivisti hanno sollevato serie preoccupazioni sul fatto che la vittoria di Duda potrebbe rinvigorire gli attuali attacchi ai diritti delle donne e ai diritti LGBT+ in Polonia. Duda ha promesso di vietare il matrimonio tra persone dello stesso sesso e i diritti di adozione LGBT+ durante la sua recente campagna elettorale. Il partito per la legge e la giustizia al potere è fondato su un’ideologia cattolica socialmente conservatrice e ha condotto una guerra contro i diritti femminili.


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La Polonia e il diritto delle donne

La Polonia ha già una delle leggi sull’aborto più restrittive in Europa: praticare un’interruzione di gravidanza è illegale tranne nei casi di stupro o incesto o quando la vita di una donna è a rischio o se c’è una grave anomalia fetale.

Un altro tentativo di riduzione dei diritti delle donne era stato tentato lo scorso anno. Il governo polacco è stato costretto a ritirare i piani per ridefinire la definizione di violenza domestica in modo da applicarlo solo quando i coniugi vengono picchiati più di una volta.

Leggi simili si applicano in Russia, dove il parlamento ha implementato emendamenti legislativi nel febbraio 2017 che hanno depenalizzato la violenza domestica, segnando una grave battuta d’arresto che ha diminuito le punizioni per gli autori e messo a rischio le vittime.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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