Miglioramento dei metodi di produzione, patrimonializzazione delle imprese, potenziamento del collegamento tra scuola e mondo del lavoro e introduzione di un modello efficiente di concessione del credito alle startup e alle aziende sono alcuni dei punti cardine della quarta rivoluzione industriale in Piemonte.
Per rendere più competitive le pmi regionali è stato avviato il piano triennale “Progettare il futuro” che mette a disposizione delle imprese piemontesi 8 miliardi di euro.
Opportunità di sviluppo per le realtà produttive di questa zona che nei primi tre mesi del 2017 hanno incrementato di oltre il 14% le esportazioni, grazie soprattutto alle buone performances dei settori meccanico, automobilistico, chimico e dell’orificeria.
Le pmi del Piemonte possono contare sugli strumenti messi a disposizione da “Progettare il futuro” per crescere. “Lean 4.0” è un percorso formativo incentrato sulle tecnologie digitali, mentre “Innovation center” è lo spazio in cui conoscere i progetti avveniristici realizzati all’interno del piano triennale. Sono previsti anche programmi destinati a chi vuole aprire una nuova impresa, come “AdottUp”, rivolto appunto alle startup. Finanziamenti agevolati rivolti a specifici settori, collegati al “Progetto filiere”, e sistemi più moderni di valutazione degli investitori possono contribuire a rafforzare la produttività e la competitività delle aziende piemontesi.
“Progettare il futuro” nasce dalla collaborazione tra Confindustria piccola industria e Intesa Sanpaolo per favorire la competitività e l’innovazione nelle aziende italiane. Le risorse economiche stanziate per il Piemonte in questo piano sono considerevoli anche per via delle potenzialità del settore industriale della regione. A fare da leva allo sviluppo di Industria 4.0 sono: la presenza di startup (quasi 400, il 5,4% del totale nazionale), i molti giovani che conseguono una laurea in ambito scientifico e tecnologico, l’uso di Internet e della banda larga per le attività aziendali e investimenti in ricerca e sviluppo maggiori che nel resto d’Italia. A tutto ciò si aggiunge la capacità di distribuire i prodotti sui mercati esteri: quasi la metà delle imprese piemontesi realizza parte del fatturato vendendo al di fuori dei confini nazionali.