martedì, Aprile 16, 2024

Principe di Corinaldo: i reperti della tomba di Nevola

A tre anni dalla scoperta della necropoli picena in località di Nevola, La tomba del Principe di Corinaldo è una mostra. La ricca sepoltura risalente al VII secolo a.C. è oggetto di storia di ricerca, scoperta, studio e valorizzazione. L’esposizione è visitabile fino al 30 gennaio alla Pinacoteca “C. Ridolfi”.


Bara di tronchi trovata in golf club inglese


Quali metodologie hanno impiegato gli archeologi per trovare la tomba del principe di Corinaldo?

Ha diretto le ricerche il Dipartimento di Storia culture civiltà dell’Ateneo bolognese. Le attività si inseriscono nel Progetto ArcheoNevola, avviato nel 2017 e finalizzato allo studio del territorio. Il programma si avvale di metodi di esplorazione non invasiva, dando ampio spazio all’analisi aerofotografica. Alle prospezioni geofisiche per la mappatura del sottosuolo hanno abbinate modalità di lavoro più tradizionali delle ricognizioni di superficie.

Il tesoro ritrovato di Corinaldo

Sono in esposizione dodici pezzi appartenenti a una necropoli picena, armi e oggetti simbolo del rango del defunto. Il percorso è poi arricchito da immagini e disegni ricostruttivi e fotografie d’autore che hanno documentato gli scavi del 2018. C’è una selezione dei reperti rinvenuti dopo il necessario periodo di studio e restauro che raccontare la scoperta. La mostra è promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Corinaldo con la Soprintendenza archeologia regionale e l’Università di Bologna.

La scoperta della necropoli

Il ritrovamento è avvenuto durante un sorvolo di passaggio lungo la vallecola del fiume Nevola. Gli archeologi hanno notato due tracce circolari, esempi di “cropmarks” che richiamano i fossati anulari di necropoli delle Marche meridionali, Matelica o Fabriano. La campagna di indagini è partita subito con l’individuazione delle sepolte. Sono così tornati alla luce i resti di un originario monumento funerario delimitato da un grande fossato circolare. C’era anche una fossa deposito colma di oggetti di corredo, che esprimono il rango aristocratico del defunto, un leader militare del VII secolo a.C. Il fotografo Pierluigi Giorgi ha documentato gli scavi e gli scatti sono esposti in mostra. Hanno curato i restauri i partecipanti al corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali dell’Università di Bologna a Ravenna. Hanno poi collaborato i professionisti Mirco Zaccaria e Paolo Gessani e gli esperti del Laboratorio del Museo Casagrande di Castellone di Suasa.

La tomba del principe Corinaldo

I reperti esprimono le componenti ideologiche più rappresentative del corredo e della sua molteplicità di significati. Elmo e schiniere celebrano la dimensione del potere politico e militare, mentre il carro simboleggia il possesso terriero. La cerimonia del banchetto funebre è rappresentata dai contenitori per cibi e bevande. Evocano poi il sacrificio con le pratiche del taglio e della cottura delle carni animali ascia, spiedi e alari. Il Sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, commenta così la mostra. “Ci è possibile restituire i risultati delle campagne di scavo condotte preliminarmente alla costruzione del Palazzetto dello sport a Nevola”. L’Assessore alla cultura Giorgia Fabri spiega l’iniziativa. “Il progetto è il frutto di un lavoro di collaborazione fra Enti che ha portato alla realizzazione di un’esposizione di alto profilo scientifico e con potenzialità divulgative. Il protrarsi della mostra nel periodo autunnale sarà l’occasione per proporre alle scuole interessanti attività di didattica museale”.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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