Nell’anno del cinquantesimo anniversario della fondazione della Comunità di Sant’Egidio, avvenuta nel 1968, all’indomani del Concilio Vaticano II, per iniziativa di Andrea Ricciardi, l’attesa del 25 dicembre sembra ancora più intensa e carica di significati.
Tra le numerose attività a cui i membri della comunità dedicano tempo e passione non manca mai l’appuntamento dei pranzi di Natale, organizzati per regalare a chi vive condizioni di povertà ed emarginazione sociale il calore e l’affetto di una famiglia.
Questo è lo spirito dell’iniziativa natalizia che vede impegnati moltissimi volontari nell’organizzazione e nella realizzazione del pranzo.
La tradizione del pranzo del 25 dicembre ha inizio nel 1982, quando un piccolo gruppo di persone povere viene accolto attorno alla tavola della festa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Da allora ogni anno si rinnova il messaggio di amore e accoglienza proprio del Natale. In ogni luogo del mondo in cui è presente la Comunità questa tradizione viene rispettata invitando sempre più persone a partecipare, sia come volontari che come ospiti.
Nel 2017 si sono sedute alla tavola della festa più di 240.000 persone distribuite in 600 città di 78 paesi nel mondo.
La festa del Natale si svolge in tutti i luoghi in cui il dolore è palpabile proprio perché il senso dell’iniziativa è portare calore nei posti freddi e spesso dimenticati da molti, in cui le persone che vi abitano soffrono nella loro invisibilità.
Il cibo, le luci, semplici regali e l’attenzione e l’affetto dei volontari creano un emozionante contesto in cui è possibile sentirsi in famiglia, tra adulti e bambini le sensazioni di gioia e riconoscenza si manifestano nei piccoli gesti e ogni luogo in cui si svolge il pranzo diventa casa, per tutti.
Con l’azione ideata e promossa dalla Comunità il miracolo del Natale prende forma tra i volti sorridenti e gli sguardi carichi di sorpresa di chi è oppresso e in quell’occasione riesce a sentirsi nuovamente parte di qualcosa di grande e profondo.
L’organizzazione del pranzo ha inizio con una raccolta fondi che si snoda tra la ricerca del materiale necessario per la realizzazione e il coinvolgimento di quante più persone possibile.
La bellezza dell’operato della Comunità è che abbraccia davvero tutti, senza distinzioni di credo religioso, insegnando l’importanza di essere umani, simili e vicini anche nelle diversità culturali e sociali. Collettività e unione, questo è Natale e viverlo attraverso il Pranzo è un’esperienza magica, intensa e segnante, non solo per i poveri ma soprattutto per i volontari che si ritrovano in un’atmosfera di forte empatia che aiuta a realizzare quali sono le cose che contano davvero.
A Roma i pranzi organizzati sono tantissimi e di quartiere in quartiere accolgono tutti coloro che ne hanno bisogno e anche il cuore dell’Urbe pulsa ricordando che Natale è donarsi prima di ogni altra cosa.