Ieri, nel primo giorno della Milano Fashion Week 2019, è andata in scena la sfilata di Prada Primavera – Estate 2020, alla Fondazione Prada.
Lo stile dell’iconica griffe apre le danze della sfavillante settimana meneghina, appuntamento imperdibile del calendario annuale della moda italiana.
Prada Front – Row
Un parterre straordinario per il front-row della sfilata Prada primavera – estate 2020, a cui hanno presenziato star come Nicole Kidman, la socialité e designer Alexa Chung ed il regista Wes Anderson che ha curato la mostra Il sarcofago di Spizmaus, in apertura il 20 settembre, sempre alla Fondazione.
Immancabile la presenza in prima fila della mitica Anna Wintour.
Prada Green
“Prima di tutto la personalità della donna, di ogni donna…”queste le parole di Miuccia Prada che delineano la direzione della griffe per la sfilata Primavera – Estate 2020.
La moda secondo Prada segue la donna e non viceversa, ne esalta l’unicità, pur nell’inconfondibilità di uno stile celebratissimo e sempre fedele a se stesso.
I tempi nuovi, secondo Miuccia Prada, con la loro esigenza di una moda green e sostenibile, segnano la fine del Too Much, inteso come eccesso, sovraccarico in senso sia stilistico, sia di guardaroba che straripa, che si autoalimenta in un consumismo cieco e sfrenato. Tagliare è la parola d’ordine: tagliare cioè gli sprechi, tornare all’essenziale.
Prada va in questa direzione con la linea del nylon riciclato dal nome Re-naylon, e anche con una “riduzione” dei capi della collezione, compromesso necessario tra una moda “che chiede di produrre”, pena l’autoestinzione e una moda che “vuole” essere sostenibile.
Prada Style
Lo stile Prada, quel “brutto e chic”che ha conquistato il mondo, quasi una divisa per una donna colta che gioca con le citazioni del passato e che non deve necessariamente sedurre nel modo canonico della diva.
Il tailleur accostato agli stivali rievoca la ragazza borghese, sì, ma ai tempi della contestazione degli anni ’70.
I sandali dalla suola rinforzata così come le allacciate maschili rievocano le strade polverose di un’Italia in guerra, l’Italia degli anni ’40.
Anche le giacche avvitate dai revers plus size, il doppiopetto applicato anche ai paltò e le polo maschili rimandano a quest’epoca scabra dalle poche leziosità.
Meno presente l’ispirazione ai fiftiees, di solito un must per Miu Miu, la linea young di Prada.
I cappelli a cloches, morbidi e femminili ricordano gli anni ’20, così come d’ispirazione dèco, sono i racemi dorati che ornano gonne midi fluide ed abiti lunghi dalla linea scivolata.
Prada Style dunque per una femminilità “intimista”, poco esibita e chic.
Un allure che si manifesta nella morbidezza del kid mohair, della seta e del velluto, nelle trasparenze discrete e negli accessori come borse a mano, perlopiù a secchiello, nastri come spalline e colorati cappelli à incornicér. Una sfida continua alle convenzioni nel mashup stagionale che mixa bijoux a conchiglia, garzati leggerissimi al velluto e ai tessuti tapestry dei paltò. Un feminine etereo, ma mai innocuo, esaltato ora da un beauty nude, ora da un beauty ispirato ai manga giapponesi.