Pop Art: la diffusione in Asia

La mostra esplora la diffusione del movimento artistico in Sud Asia

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Pop Art
Ayesha Jatoi, Poster di blocco, 2022. Per gentile concessione dell'artista

Molti immaginerebbero la Pop art come una rivolta consumistica distintamente britannica e americana. Ascolta la parola iniziale e probabilmente ti richiamerà alla mente le lattine di zuppa ingannevoli e abbaglianti di Warhol Campbell e la donna piangente a pois di Lichtenstein. Ma il movimento, che fiorì negli anni ’50 e ’60, ebbe anche un impatto profondo e spesso poco studiato in tutto il Sud-Ovest e l’Asia orientale. Un’esposizione alla Sharjah Foundation cerca di correggere il record.


Andy Warhol, nasceva oggi il padre della Pop art


In quali paesi asiatici si è diffusa la Pop Art?

Pop South Asia: Artistic Explorations in the Popular traccia il movimento nella regione attraverso oltre 100 opere di artisti. Provengono da Afghanistan, Bangladesh, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka e dalle loro varie diaspore. Tra pittura, installazione, scultura, collage e altro ancora, la mostra è una collaborazione con il Kiran Nadar Museum of Art di Nuova Delhi. I suoi co-curatori sono Roobina Karode, Direttrice di quel museo, e Iftikhar Dadi, Professore alla Cornell University.

La mostra Pop South Asia: artistic explorations in the popular

A differenza della maggior parte delle mostre di Pop art che si concentrano sul suo zenit di metà secolo, l’esposizione a Sharjah è un gruppo intergenerazionale. Illustra meglio come il linguaggio visivo è diffuso. Tuttavia, come la maggior parte delle iniziative del genere, è esuberante, ricco di colori comici brillanti, linee grafiche audaci ed emozioni iperboliche. C’è umorismo, pathos e rabbia. Forse più che altrove nell’era moderna, l’Asia meridionale ha sofferto dell’industria del fast fashion e della brama globale di materie prime. Gli artisti collezionati sanno, forse non possono dimenticare, che la soddisfazione consumistica è fugace, quindi questo è un movimento artistico senza fine. Presenta opere dalla metà del XX secolo a oggi, artisti che affrontano questioni complesse e affrontano il sé e la società attraverso l’ironia, il gioco e l’umorismo. L’esposizione prosegue fino all’11 dicembre.