Nella disputa Polonia – UE non si tratta di questioni di stato di diritto, ma anche questioni politiche. Questa è l’opinione di Jablonski, vice ministro degli esteri polacco.
Polonia – UE: di cosa stiamo parlando?
La CE ha minacciato la Polonia di sanzioni finanziarie per l’eventuale mancata esecuzione di una decisione di condanna della Corte UE. In caso di mancata revisione da parte della Polonia le sanzioni partiranno il 16 agosto. “In caso di inadempimento di tale richiesta, la Commissione si rivolgerà al TSUE di una multa per la Polonia“. Jablonski mercoledì i un’intervista in tv ha sostenuto che contrariamente a quello che si può leggere nei media non si tratta di questioni di stato di diritto, ma anche questioni politiche. “Questo è l’elemento essenziale di questa controversia, che è tra Polonia e alcuni politici dell’Unione Europea. Ma anche con alcuni politici di altri paesi dell’unione EUROPEA, che, in linea di principio vengono utilizzati solo come strumento di lotta politica” ha detto.
La riforma giudiziaria polacca “non è compatibile” con il diritto UE
La teoria di Jablonski
Secondo Jablonski il TSUE si comporta in questo modo con la Polonia da anni “estendendo sempre più l’interpretazione del diritto europeo, e la competenza dell’UE“. In relazione al termine del 16 agosto Jablonski ha richiamato l’attenzione sul fatto che questo rapporto tra la legislazione nazionale polacca e quella dell’UE è simile in diversi paesi. Ma solo in relazione al sistema polacco ci sono tentativi di intromissione con la minaccia di effetti finanziari. “Purtroppo, questa è una manifestazione del fatto che non abbiamo parità di trattamento nell’UE. Dovremo reagire di conseguenza”. Ha anche espresso l’opinione che le istituzioni dell’Ue applichino due sistemi diversi: uno per i paesi che sono entrati in Comunità prima del 2004 e altri er quei paesi che hanno aderito all’UE dopo il 2004.
