venerdì, Marzo 29, 2024

Polonia: incriminata leader della protesta pro aborto

In Polonia la leader della protesta pro aborto Marta Lempart è stata incriminata con l’accusa di aver offeso la polizia, con gesti ostili e sputi contro gli agenti, e di aver appoggiato gli assalti alle chiese. Inoltre è accusata di aver favorito la diffusione del coronavirus attraverso le numerose proteste tenutesi per diverse settimane in tutto il paese.  L’attivista ora rischia otto anni di carcere.

Perché le autorità hanno incriminato l’attivista pro aborto in Polonia?

Il 20 agosto l’Alta Corte Polacca ha emesso una sentenza in cui ha dichiarato incostituzionale l’aborto per malformazione del feto. Tuttavia, per far sì che ciò diventasse legge, avrebbe dovuto essere pubblicata. Così gli oppositori sono scesi in piazza per protestare contro la repressione dei diritti. Tali proteste, che sono proseguite per mesi, sono state organizzate da Marta Lempart, insieme a Klementyna Suchanow del movimento delle donne polacche Ogolnopolski Strajk Kobiet. Ora le autorità polacche hanno incriminato Lempart, che rischia otto anni di prigione.

Di cosa è accusata Lempart?

L’attivista è accusata di aver offeso la polizia, con gesti ostili e sputi contro gli agenti. Ma anche di aver appoggiato gli assalti alle chiese, ovvero i casi in cui i manifestanti sono entrati nei luoghi di culto e hanno affisso bandiere LGBT, il loro simbolo e il poster di protesta. Tutto questo senza fare alcuna violenza. Infine, forse l’accusa più grave, di aver favorito la diffusione del coronavirus con le numerose manifestazioni tenutesi nelle ultime settimane in tutto il Paese. Le accuse contro Lempart sono state annunciate dalla portavoce della Procura di Varsavia, Aleksandra Skrzyniarz.

La conferenza episcopale polacca, schierata in maggioranza su posizioni estremamente conservatrici, appoggia apertamente la sentenza dell’Alta Corte Polacca e la legge proposta dal governo polacco guidato dal partito PiS.

In Polonia si accende una nuova protesta

In Polonia intanto si accende un’altra protesta contro una nuova imposta sulle entrate pubblicitarie. Molti giornali, siti news e televisioni private e indipendenti hanno scioperato per 24 ore per protestate contro la legge del governo che li penalizzerebbe. Un’iniziativa senza precedenti che ha provocato un blackout totale delle notizie. Il governo polacco giustifica l’entrata in vigore di questa legge come una tassa di solidarietà volta ad aiutare l’economia del paese a rialzarsi dopo la pandemia di coronavirus e per finanziare la sanità pubblica e il settore della cultura. Tuttavia, secondo i media, la decisione del governo sarebbe l’ennesimo attacco alla libertà di stampa e alla libera informazione nel Paese.


Polonia e aborto: i giorni bui e freddi dei diritti

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