I lavori su Polaroid di Paolo Gioli saranno in esposizione allo stand della Galleria del Cembalo a The Phair. Dal 27 al 29 maggio al Padiglione Nervi di Torino sarà ricordato il fotografo e cineasta scomparso il 28 gennaio scorso a 79 anni. Lo spazio espositivo presenta anche gli scatti di Paolo Pellegrin, Karmen Corak e Cristina Vatielli.
La Galleria del Cembalo a The Phair con quattro fotografi
Cosa caratterizza l’opera e le Polaroid di Paolo Gioli?
La sperimentazione e il desiderio di spingersi oltre il risultato della ripresa con l’obbiettivo e della pellicola. Ha saputo trarre dal dispositivo il massimo, perfezionando la propria tecnica con soluzioni ardite per immagini originali. Ha lavorato molto anche sul supporto per ottenere fotografie particolari con metodi che analogici che anticipano i software di fotoritocco.
Alcuni lavori del fotografo
Con l’ibridazione delle tecniche ha realizzato Autoritratto, foto stenopeica su negativo. Volto in cera è una Polaroid polacolor trasferita su carta, pigmento di oro e argento, mentre Autoanatomia, è un’istantanea trasposta su seta applicata a cartoncino, acrilico. Di solito applica alla fotografia i metodi delle belle arti che ha studiato in gioventù. Si interessa anche di immagini in movimento e tecniche di ripresa. Ha infatti frequentato la Cooperativa Cinema Indipendente che orbitava intorno al Filmstudio.
La Galleria del Cembalo a The Phair
Lo spazio espositivo partecipa alla fiera della fotografia torinese con un’idea che mette in relazione i quattro artisti e il corpo. Le polaroid di Luminescenti e Vessazioni di Paolo Gioli mostrano la sua capacità di rendere dare alle immagini maggiore intensità. Le fotografie rappresentano quindi visi o torsi umani, con segni di sofferenza e sono realizzate con interventi di pittura, la preparazione all’olio. Altre invece riprendono antiche sculture romane e riprodotte con materiale fosforescente, adottando lunghissimi tempi di esposizione.
Immagine da cartella stampa.