Il governo Draghi ha rivisto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) appena abbozzato da Conte. Il pacchetto di riforme è stato approvato da Bruxelles in tempi record, ma qualcosa manca all’appello.
Pnrr Draghi: dov’è finita la geotermia?
Se nella bozza del Pnrr del vecchio governo Conte la geotermia occupava una parte importante all’interno del pacchetto di riforme relative al problema energetico italiano, con Draghi non è più così. Nel nuovo Piano Nazionale infatti si parla sì di Energie rinnovabili, ma non di geotermia. Quest’ultima non viene neanche citata, indice del fatto che il nuovo presidente del consiglio sta puntando in altre direzioni.
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Obiettivi del Pnrr Draghi
L’obiettivo generale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è quello di arrivare al 2030 con il 70% dell’elettricità italiana prodotta da fonti di energia rinnovabile. E considerando che al momento siamo attorno al 30%, bisognerà nel prossimi dieci anni lavorare per il recupero dei 40 punti percentuali ancora mancanti. Nel nuovo Pnrr Draghi è previsto lo stanziamento di 69,96 miliardi per la “rivoluzione verde e transizione ecologica”, contro i 68,9 della proposta precedente. A tal fine ci sono tutta una serie di riforme più dettagliate, che si spera possano contribuire al raggiungimento dell’obiettivo.
“La transizione – conferma il Pnrr – sta avvenendo troppo lentamente. Principalmente a causa delle enormi difficoltà burocratiche ed autorizzative che riguardano in generale le infrastrutture in Italia, ma che in questo contesto hanno frenato il pieno sviluppo di impianti rinnovabili o di trattamento dei rifiuti. […] Consideriamo l’attuale tasso di rilascio dei titoli autorizzativi per la costruzione ed esercizio di impianti rinnovabili. Secondo alcune stime, sarebbero necessari ben 100 anni per il raggiungimento dei target del fotovoltaico”.
La geotermia contribuirebbe al raggiungimento di questi obiettivi?
La geotermia non solo contribuirebbe, ma sarebbe addirittura essenziale. E lo sapeva bene il ministro Colao, che già ne parlò all’epoca del governo Conte. In particolare, egli chiedeva di “definire i criteri di incentivazione della geotermia nel nuovo decreto Fer e chiarire le future modalità di riassegnazione delle concessioni geotermiche”.
Il geologo Fiore a proposito del Pnrr Draghi
Riportiamo ora le parole del geologo Antonello Fiore, che si esprime a riguardo della mancanza della geotermia nel nuovo Piano Nazionale. Ecco quanto dichiarato dal presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea).
“Un punto deludente è l’assenza della geotermia a bassa entalpia tra le fonti di energia rinnovabile. È bene ricordare che tale fonte rinnovabile avrebbe sottratto grosse quantità di fonti fossili oggi utilizzate per il raffrescamento e il riscaldamento di edifici pubblici e privati. Ogni edifico pubblico, residenziale e struttura che ha bisogno d’impianto di riscaldamento e raffrescamento, dovrebbe essere dotati di sistemi geotermici a bassa entalpia. […] Nel leggere alcune delle proposte contenute nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza non possiamo che manifestare la nostra delusione. Da questo Piano ci aspettavamo più transizione ecologica di pari passo con quella tecnologica”.