martedì, Aprile 16, 2024

Pipistrelli a rischio a causa del cambiamento climatico

Tra le specie in pericolo per il cambiamento climatico ci sono anche molte varietà di pipistrelli. Scopriamo il perché.

Il cambiamento climatico minaccia i pipistrelli?

Parliamo della specie Isabellino Serotino (Eptesicus Isabellinus), diffuso nelle aree a nord del Sahara e nella parte meridionale della penisola iberica. Sembra però che proprio a causa del cambiamento climatico questi pipistrelli saranno presto costretti a migrare.


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Lo studio

La fonte è uno studio su Global Ecology and Conservation. Secondo questo sarebbero dozzine le specie di pipistrelli in questa situazione, destinati cioè a cambiare il loro habitat. Si prevede infatti che queste zone diventeranno sempre più secche e calde: e per l’Isabellino Serotino potrebbe significare un piccolo esodo, in quanto dovrebbero spostarsi di più di 1000 miglia.

Aree a rischio siccità

Lo studio in oggetto ha esaminato due aree ad alto rischio siccità. Una è il Nord America occidentale, e l’altra il Paleartico occidentale, tra il Nord Africa e l’Europa. Qui il team di scienziati ha studiato 43 specie di pipistrelli, utilizzando tre modelli climatici e tre scenari di emissioni, per cercare di capire dove queste creature potrebbero stabilire la loro nuova dimora. Inoltre, la domanda è quali specie avranno più possibilità di sopravvivere in caso il viaggio di migrazione non sia semplice o fattibile.

Siccità e estinzione

“Tutti i futuri scenari di emissioni hanno portato a una riduzione complessiva della ricchezza prevista per i pipistrelli in entrambi i continenti entro il 2080. Le aree progettate per supportare un’elevata ricchezza di specie nel clima attuale hanno coinciso con la maggiore perdita di specie prevista e il maggiore rischio di siccità futura” hanno spiegato i ricercatori. Del resto sono già molte le specie di pipistrelli i cui habitat sono minacciati.

Diverse minacce

Non c’è solo il cambiamento climatico a minacciare i pipistrelli. Un altro fattore è costituito da una malattia mortale, volgarmente chiamata sindrome del naso bianco, causata dal fungo Pseudogymnoascus Destructans. Questa ha decimato i pipistrelli delle caverne, con il record del 90% di decessi di alcune popolazioni in meno di un decennio. Abbiamo poi le modifiche alle risorse idriche: è ovvio che tutti i pipistrelli hanno bisogno di acqua per la sopravvivenza, ma alcuni di essi preferiscono le prede acquatiche o i foraggi vicino all’acqua. Infine, ricerche precedenti hanno dimostrato che nei periodi di siccità la riproduzione è minore.

La resilienza non è per tutti

“Mentre molte specie si sono evolute per sopravvivere in paesaggi con acqua limitata, un aumento della frequenza, della durata e della gravità delle condizioni di siccità può comportare condizioni troppo dure per la persistenza delle popolazioni di pipistrelli, ed è una minaccia per la sopravvivenza a lungo termine di molte specie” spiegano i ricercatori.

Velocità di adattamento

Alla luce di tutto questo, è probabile che l’Europa costiera e il Nord Africa saranno quelle che vedranno la migrazione del maggior numero di specie. Anche nel Nord America occidentale le regioni a bassa quota del sud ovest degli Stati Uniti e del Messico potrebbero subire la stessa sorte. In tutti i casi, i pipistrelli dovranno muoversi molto velocemente per stare al passo con i cambiamenti climatici. Da ciò ne consegue che le creature in grado di percorrere lunghe distanze saranno in grado di trovare più facilmente nuovi habitat.

Quali saranno i luoghi preferiti?

Si prevede che ad essere preferiti saranno le aree montuose e costiere, ma anche queste potrebbero risentire dei cambiamenti climatici. “Mentre i nostri modelli prevedono che le aree montane e costiere in entrambe le regioni rimangano climaticamente adatte alla maggior parte delle specie, va notato che questi rifugi possono a loro volta essere influenzati da ulteriori effetti climatici quali l’innalzamento del livello del mare e l’incidenza degli incendi. Negli scenari di emissioni più elevate, pochissime aree a bassa latitudine hanno mantenuto il loro pieno complemento di specie” si legge nello studio.

La Lista Rossa IUCN

In questa lista sono classificate come vulnerabili due specie di pipistrelli, il Ferro di Cavallo di Mehely (Rhinolopus Mehelyi) e il Nottola Maggiore (Nyctalus Lasiopterus). Altre specie, nel Nord America occidentale, stanno rischiando di perdere il 44% dei suoi esemplari, come ad esempio il Myotis Thysanodes. Sembra che entro il 2086 questa popolazione potrebbe perdere il 90% della sua fauna.

Nuovi fattori di adattamento

“Ulteriori fattori che possono determinare la capacità dei pipistrelli di rimanere in paesaggi con climi mutevoli o colonizzare nuove aree includono barriere di dispersione, competizione tra specie, disponibilità di prede e piante alimentari, requisiti di posatoio, frammentazione dell’habitat, interruzione della fenologia della migrazione e influenza di agenti patogeni” mostra lo studio. La cosa principale sarà garantire un maggiore successo nella conservazione, in primis proteggere la biodiversità e ridurre le emissioni di gas serra.

Attività di conservazione

“I gestori del territorio possono dare la priorità alle attività di conservazione e gestione per migliorare le aree protette esistenti e promuovere la connettività tra gli habitat attuali e futuri dei pipistrelli. Pertanto, dovrebbe essere urgentemente cercato un impegno da parte dei governi mondiali per ridurre significativamente le emissioni di carbonio al fine di evitare un ulteriore deterioramento delle comunità di pipistrelli e degli importanti servizi ecosistemici che forniscono” conclude lo studio.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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