sabato, Dicembre 14, 2024

Piccola guida per vistare Padova in un giorno

Situata nel cuore del Veneto, Padova si impone come una delle più grandi città della regione, preceduta da Venezia e Verona, dalle quali dista poco più di un’ora e forse non sapete che potete visitare Padova in un giorno. Perché Padova, graziosa ed elegante, Padova non ha nulla da invidiare alle sue due più celebri “sorelle”, anzi!

Una mitica fondazione

Padova vanta una leggendaria e nobile origine: stando alla tradizione sarebbe infatti stata fondata dalla figura mitologica di Antenore, principe troiano in fuga dalla città caduta per mano degli achei che, nel 1185 a.C., risalì il Brenta alla ricerca di una nuova casa. Una volta giunto nell’antico sito della città, il principe scacciò gli Euganei, antichi abitanti del luogo, relegandoli a sud,a ridosso dei colli vulcanici che ancora portano il loro nome.

Per la sua posizione al centro di una pianura fertile e soprattutto per la confluenza geografica di vie di comunicazione che ancora oggi collegano nord, sud, est e ovest, la città divenne presto un grande centro commerciale e produttivo, celebre per la lavorazione della lana. Nel 302 a.C. i greci, alla guida del re spartano Cleonimo, raggiunsero la città (originariamente chiamata “Medoacus”, in quanto sorgeva in una zona acquitrinosa) dove furono sconfitti in una grande battaglia navale, ricordata per secoli attraverso giochi e rievocazioni. Padova entra in contatto con Roma fin dai suoi albori: è storicamente verificato che la città veneta avesse stretto alleanze militari con i romani  per fronteggiare la pressione dei Galli, stabiliti a sud del vicentino.

Conosciuta a Roma come “Patavium”, Padova ebbe rapporti molto stretti con il mondo latino, tanto da subirne una forte influenza: per secoli essa fu una delle città più floride dell’Impero, nota principalmente per l’allevamento dei cavalli. Padova il centro delle persecuzioni ai primi cristiani: secondo la tradizione intorno al 300 d.C., proprio nella zona del magnifico teatro Zaìro, furono martirizzati San Daniele e Santa Giustina, due dei quattro patroni della città. Dalla metà del V secolo in poi, Padova fu sconvolta da una serie di terribili guerre e saccheggi, il più celebre dei quali è quello avvenuto tra il 452 e il 453 ad opera di Attila e dei suoi Unni, per essere poi rasa al suolo nel 602 dai Longobardi. In seguito a tali avvenimenti, Padova venne abbandonata e perse il suo ruolo di importante snodo commerciale.

Cosa vedere a Padova in un giorno?

Visitare Padova in un giorno non è semplice. Sono infatti molte sono le attrattive turistiche offerte dalla città veneta: l’arte (la meravigliosa Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto in primis), i numerosi eventi organizzati dal Comune e dall’Università, il buon cibo (da provare assolutamente i bigoli), le imponenti architetture medievali e…l’aperitivo a base di Spritz in una delle splendide piazze della città. Propongo di seguito una breve guida per scoprire alcune delle bellezze di Padova che vi faranno sicuramente innamorare della città del Santo.

Basilica di Sant’Antonio

Tappa fondamentale della nostra visita alla città è proprio la Basilica di Sant’Antonio, l’amato patrono della città. Conosciuta come Basilica del Santo, si tratta di un maestoso e complesso edificio religioso iniziato nel 1232, un anno dopo la morte di S.Antonio. Non si conosce l’identità dell’architetto ma si può supporre fosse un frate dotato di grande cultura figurativa. Nel complesso la Basilica palesa un forte influsso della Basilica di S. Marco in Venezia, pur essendo, nelle strutture massicce e imponenti, schiettamente romanica. L’intera parte absidale,slanciata e con le nove cappelle a raggiera, è certamente espressione dello stile gotico.

Queste diverse e contrastanti caratteristiche sono fuse in un insieme del tutto originale, che a prima vista distingue la costruzione da ogni altro tempio medievale. L’esterno si presenta quanto mai pittoresco, specie visto dall’abside; invece l’interno è caratterizzato da un’austera grandiosità. Entrando nella Basilica di Sant’Antonio, non si può non essere completamente catturati dall’atmosfera raccolta e sobria dell’edificio: una potente aura di spiritualità pervade il turista che si appresta a percorrere le navate.

Intensa e commovente è infatti la visita alla Cappella dell’Arca, in cui sono conservate le spoglie del Santo, celebre per i suoi miracoli compiuti soprattutto sui bambini, essendone il protettore: attraverso una fila ordinata, è possibile raggiungere la cappella e pregare toccando il sarcofago, ormai logorato dal continuo sfregare delle mani dei pellegrini. Realizzata dalla mano dell’architetto Tullio Lombardo, collaborarono alla creazione della Cappella i principali artisti veneti di epoca rinascimentale: meravigliosi i nove rilievi marmorei che scorrono lungo le pareti, in cui si raccontano i miracoli e alcuni episodi della vita di Sant’Antonio.

Posta proprio all’ingresso della Cappella si trova una bacheca in cui i miracolati lasciano dei messaggi o delle offerte al Santo, uno dei più amati in Europa. Curiosa è la visita al reliquiario, luogo in cui si conservano lembi dell’abito talare di Sant’Antonio, portoghese di nascita, e, pressoché intatta la sua lingua: secondo la tradizione, Antonio fu un grande predicatore e contribuì alla diffusione del cristianesimo, pertanto Dio, al fine di ricompensarlo per il suo operato, ne avrebbe conservato la lingua.

In seguito, il visitatore può prendersi una pausa e sedendosi su una delle panche della chiesa, ammirando lo splendido altare realizzato dal genio di Donatello nella seconda metà del XV secolo: al di sopra della mensa si trovano delle sculture bronzee di alcuni santi che affiancano la Madonna, rappresentata nell’atto iconograficamente insolito di mostrare il figlio ai fedeli.

Nel Crocifisso, il movimento della luce sfiora i risalti anatomici mettendo in luce la drammaticità dell’evento: nel complesso la raffigurazione vuole esprimere la forza morale dell’uomo difronte al dolore. Nella parte bassa dell’altare si trovano invece rilievi che narrano la vita del Santo oppure episodi della vita del Cristo: anche qui Donatello esprime tutta la sua forza espressiva, differenziando emotivamente i singoli personaggi presenti nelle scene.


L’Università di Padova nasce il 29 settembre 1222


Prato della Valle

Si tratta della piazza più grande della di Padova e tra le più grandi d’Europa. Prato della Valle si estende per circa 88.620 km2 e la sua configurazione attuale risale al XVIII secolo: caratteristica della piazza è la presenza dell’Isola Memmia, una vera e propria isola di forma ellittica che prende il nome dell’architetto che la progettò, circondata da un canale, sulle cui sponde si trova un doppio anello di statue raffiguranti alcune delle personalità più importanti legate alla città.

Il Prato della Valle è il cuore pulsante di Padova: qui, ogni sabato, si svolge il celebre mercato dei fiori mentre le domeniche si affolla di turisti e padovani che assistono ai diversi eventi organizzati dal Comune (ad esempio, la fiera del Vintage in cui si possono acquistare vinili e manufatti artistici risalenti agli anni Sessanta e Settanta). In estate, la piazza è il luogo perfetto per rilassarsi oppure prendere il sole, in quella che è una vera oasi cittadina.

Cappella degli Scrovegni e Museo degli Eremitani

La Cappella degli Scrovegni, capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, è considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità. Colore e luce, poesia e pathos. L’uomo e Dio. Il senso della natura e della storia, il senso di umanità e di fede fusi assieme per narrare in un modo unico, irripetibile le storie della Madonna e di Cristo. Giotto termina gli affreschi della Cappella entro i primi mesi del 1306.

Il ciclo pittorico della Cappella è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù. La Cappella degli Scrovegni lascerà senza fiato anche il fruitore meno esperto grazie alle preziose figure descritte dall’artista che incarna perfettamente l’età d’oro dell’arte medievale, così affascinante e aurea ma ancora così misteriosa.

Poco distante dalla Cappella degli Scrovegni, si trova il complesso dei musei civici, che racchiude il Museo Archeologico e quello di Arte Medievale e Moderna, tutti ospitati all’interno dei chiostri dell’ex convento dei frati Eremitani. Tra gli autori esposti nel Museo d’Arte Medievale e Moderna si ricordano Tintoretto, Veronese, Bellini, Giorgione e Tiziano, ovvero i massimi esponenti della pittura veneta.

Palazzo della Ragione

Con i suoi 82 metri di lunghezza e i 27 di larghezza il Salòn o Palazzo della Ragione, l’antica sede dei tribunali cittadini di Padova, è una delle più ampie aule sospese in Europa. Riconosciuto come uno dei più celebri monumenti civili eretti in Europa all’epoca dei Comuni, l’edificio fu costruito a partire dal 1218. Tra il 1306 e il 1308, fra Giovanni degli Eremitani trasformò i tre grandi ambienti in cui era suddiviso il piano superiore in un’unica sala, ideando una nuova copertura a forma di carena di nave rovesciata.

Durante il primo decennio del trecento Giotto ottenne il compito di affrescare le pareti della grande sala; purtroppo il ciclo pittorico fu distrutto dall’incendio divampato nel 1420. Il ripristino degli affreschi venne affidato al maestro padovano Nicolo’ Miretto, il quale si avvalse della collaborazione di Stefano da Ferrara e di altri pittori. Il ciclo di affreschi e’ suddiviso in 333 riquadri, si svolge su tre fasce sovrapposte, ed e’ uno dei rarissimi cicli astrologici medievali giunti fino ai nostri giorni.

La stretta relazione tra le pitture e la funzione del luogo che le ospitava spiega la presenza delle varie figure di animali, a volte fantastici, che costituivano le insegne dei seggi del tribunale, alla cui funzione si collegano anche le allegorie della Giustizia, del Diritto, del Comune in Signoria e gli affreschi raffiguranti il Giudizio di Salomone e la scena di processo.

Nel Salone sono conservati la pietra del Vituperio, su cui i debitori insolventi erano obbligati a battere per tre volte le natiche, dopo essersi spogliati (la pratica è all’origine dell’espressione restare in braghe di tela), e il grande cavallo ligneo , restaurato e ridato al suo originale splendore, realizzato da Annibale Capodilista per una giostra e in seguito donato dalla famiglia alla città. Dal 2006 è presente in salone la ricostruzione del pendolo di Foucault, formato da una sfera di ferro e alluminio del peso di 13 kg appesa a un filo di acciaio lungo 20 metri. Oggi il palazzo della Ragione è il fulcro della vita culturale di Padova e viene impiegato soprattutto come spazio espositivo e sede di mostre.

Caffè Pedrocchi

“Il caffè Pedrocchi è il migliore d’Italia”
(Stendhal)

Uno dei simboli della città del Santo è senza dubbio il Pedrocchi, uno dei maggiori caffè italiani del XIX secolo. Fortemente voluto da Antonio Pedrocchi, celebre caffettiere citato persino da Stendhal nella “Chartreuse de Parme”, il caffè aveva lo scopo di dotare la città di Padova di un luogo di aggregazione in cui si mescolavano nobili, borghesi, intellettuali e popolani.

Pedrocchi sognava una costruzione monumentale per il suo caffè, la cui architettura sarebbe stata funzionale e rappresentativa: a realizzare il suo sogno fu l’architetto illuminista Giuseppe Jappelli, che lo inaugurò nel 1831. Conosciuto come “il caffè senza porte”, il Pedrocchi rimase aperto giorno e notte dalla sua inaugurazione fino al 1916, diventando crocevia di intellettuali e letterati, luogo di feste, balli sfarzosi, trattative commerciali e, persino riunioni massoniche.

Non solo fu il punto d’incontro per i padovani, ma anche per i viaggiatori e gli uomini d’affari provenienti da tutta la Penisola che in quest’imponente edificio neoclassico trovavano sempre accoglienza e ristoro. Il successo fu immediato. Tra gli ospiti illustri oltre a Stendhal, Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse, Filippo Tommaso Marinetti, padre del futirismo, e molti altri.

Lasciato in dono al Comune di Padova, il Caffè Pedrocchi ha ormai conquistato una posizione privilegiata nel centro e nel cuore di Padova: sorseggiare un buon caffè o uno straordinario Spritz, re dell’aperitivo italiano nato proprio nella città del Santo, è davvero un’esperienza da provare poiché ogni angolo del Pedrocchi ricorda la Belle époque, sfavillante periodo storico in cui la cultura e il caffè avevano stretto un proficuo sodalizio.

Ovviamente la bella Padova non è solo questo. Il Duomo, Santa Giustina, il sorprendente Orto Botanico (il più antico del mondo ancora nella sua collocazione originaria, edificato nel XVI), i ristoranti dall’intenso profumo di vino rosso, in cui gustare un piatto di bigoli al ragù d’anatra, le vie del centro gremite di negozi e botteghe artigianali…una vera e propria perla questa Padova che non annoia mai e non smette di stupire!

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