Oggi la maggioranza Cinquestelle ha presentato una proposta di delibera in Campidoglio, tesa a modificare lo statuto di Roma Capitale.
Fra gli elementi di innovazione contenuti nella proposta vi sono le petizioni on line, il bilancio partecipativo e il referendum senza quorum. L’idea, quindi, è di introdurre le petizioni lanciate dai cittadini on line in aula , l’abolizione del quorum di partecipazione per i referendum comunali e il bilancio partecipativo.
Il progetto è stato presentato da Flavia Marzano, assessore della Roma Semplice, dal presidente della commissione Roma Capitale, Angelo Sturni, e dal deputato M5S Riccardo Fraccaro. Alla conferenza era presente anche la sindaca Virginia Raggi, che così ha detto: “Non entrerò nel merito di tante questioni, ma voglio dire che quando ci siamo insediati ci siamo trovati davanti a una serie di scelte. La prima è stata fare subito qualcosa per dare un risultato immediato e tangibile ai cittadini. Io ai provvedimenti dei 100 giorni non ci credo, sono una mano di bianco: come si fa se solo i tempi di un bando di gara superano i 100 giorni? Noi abbiamo preferito lavorare seriamente e abbiamo usato gli strumenti che il codice dell’amministrazione ci offre, codice tra l’altro modificato nel 2016, causando anche una paralisi degli uffici nel periodo dell’adeguamento. Stiamo iniziando a cambiare il modo di fare le cose, oggi il risultato non lo vedete, ma lo vedrete tra sei mesi. Tutte le procedure sono state fatte a norma di legge: questo lo rivendichiamo con forza”
“Quando sono entrato in parlamento ho capito di aver ricevuto potere immenso dai cittadini noi possiamo decidere della vita e della morte di tutti voi possiamo decidere che aria inalare che cibi farvi mangiare e anche come farmi eleggere – ha affermato il deputato Cinquestelle Riccardo Fraccaro – È chiaro che il sistema rappresentativo oggi non più sufficiente e che i partiti si basano sul principio dell’autoconservazione, in contrasto con gli interessi dei cittadini cercheranno di conservarsi la poltrona. Noi chiediamo di introdurre gli strumenti per garantire il controllo dai cittadini”- ha poi aggiunto.
Di pronta risposta la reazione del Pd: “Democrazia diretta dei 5 stelle a Roma: cos’è un pesce d’aprile in ritardo?, ha affermato Stefano Esposito, parlamentare del Pd. «Democrazia diretta come a Genova, dove i voti dei militanti sono stati cancellati da Grillo perché non piaceva la candidata? Trasparenza come per i casi Marra, Romeo, Muraro? I 5 stelle pensassero ad amministrare la città, a far funzionare Atac, a raccogliere i rifiuti e chiudere le buche. È un anno che sono al governo della Città producendo solo scandali e disastri conditi da guerre di potere e scontri d’interesse».
Anche Lorenza Bonaccorsi, responsabile nazionale Cultura e Turismo del Pd, si è espressa: “Dopo Genova sentire i 5 stelle parlare di democrazia diretta è ridicolo. Non contenti del manuale Cencelli per le nomine ora vogliono consegnare definitivamente la vita della Capitale al controllo della Casaleggio associati? Altro che democrazia diretta, cercano il controllo diretto”.