giovedì, Aprile 25, 2024

Per l’Italia nessun cartellino giallo…. ed ecco il boom dei Btp

 Il collegio dei commissari europei ha scelto di non raccomandare all’Ecofin l’avvio della procedura per il deficit eccessivo contro il nostro paese.

Si prevede che il disavanzo nominale dell’Italia raggiungerà il 2,04% del Pil nel 2019, rispetto alle previsioni del 2,5% di primavera.

La lettera dell’Italia alla commissione europea che contiene la correzione di conti pubblici, per evitare la procedura di infrazione.

Conte e Tria hanno scritto:

l’obbiettivo complessivo della nuova politica di bilancio per il 2019 e della strategia da presentare nel progetto di bilancio 2020 è conseguire un’ampia adesione al patto di stabilità e crescita.

Effetto Spread

La decisione di non applicare la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia ha portato un forte abbassamento dello spread, il differenziale tra Btp e Bund ,che viene definito il termometro del rischio paese, è calato di 40 punti, portandosi sotto i duecento, cosa che non accadeva da oltre un anno.

Non è solo la decisione della commissione europea che ha trascinato lo spread in basso ma anche i negoziati sulle nomine ai vertici della commissione europea, un negoziato che vede  Christine Legarde come successore di Mario Draghi, questo è stato letto come un elemento di continuità con quanto fatto da Draghi in questi anni, una politica economica molto espansiva.

Per i mercati, la reazione è stata a dire poco positiva, con spread basso abbiamo assistito ad un forte recupero dei Btp, di fatti è arrivata una consistente domanda per i Btp a 50 anni, con un boom da 17 miliardi.

Quasi l’85% della domanda è arrivata da investitori stranieri, questo è un dato molto importante in quanto fino a pochi mesi fa proprio da questo mercato vi era stata una scarsa richiesta e il nostro mercato domestico non era guardato più con tanto interesse.

Sul mercato secondario il rendimento dei Btp a 50 anni si è attestato al 2,84%.

Tra i Bond Matusalemme emessi negli altri paesi, quelli Italiani al momento offrono rendimenti più interessanti, basti pensare che i titoli Austriaci a 100 anni emessi nel 2016 pagano sul secondario l’1,1%. A parità di durata con i titoli italiani ci sono i Bonos Spagnoli, che offrono un tasso del’1,7%. Non fanno testo i titoli svizzeri a 40 anni perché non rendono nulla, come i trentennali Tedeschi, che offrono lo 0,25%, i Giapponesi lo 0,37%.

Negli Stati uniti, invece, dove l’inflazione è più elevata rispetto all’Europa, i titoli a 30 anni pagano il 2,54%. I Titoli Italiani insomma sono quelli più richiesti.

Spinta anche sul mercato azionario

Il mercato azionario non è stato da meno, tranne qualche ritracciamento di questi ultimi giorni, anche il Ftse Mib ha avuto una reazione esuberante alle notizie sia di non infrazione che per i negoziati sulla nomina a capo della Bce.

I presupposti positivi ci sono per poter continuare una corsa anche se le attenzioni in questo momento sono tutte con i Btp ma credo che si possano cogliere diverse opportunità.

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