Pensione anticipata senza “Quota 100”: cosa accadrà?

Pensione anticipata: la conclusione di Quota 100, prevista per fine anno, desta molte preoccupazioni tra i lavoratori, soprattutto a causa del ripristino della riforma Fornero e dello scalone di cinque anni. In realtà termina solo una parte, neppure maggioritaria, del provvedimento. Mentre restano in vigore, almeno fino a tutto il 2026, le opzioni di pensionamento anticipato.

Pensione anticipata: tutte le possibilità

  • In pensione a 67 anni: Resta per l’appunto, la possibilità di pensionarsi con 67 anni di età anagrafica, adeguata all’aspettativa di vita anche con soli 20 anni di contribuzione al sistema pensionistico obbligatorio. Quindi con quota 87.
  • Pensione anticipata: si potrà continuare ad andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (41 anni e 10 mesi per le donne) fino al 2026, indipendentemente dall’età anagrafica: ma è probabile che questo adeguamento venga definitivamente abolito allo scadere di tale data.
  • Precoci: resterà anche la categoria precoci, ovvero i lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19esimo anno di età e che si trovano nelle condizioni simili a quelle di Ape Social. Entro fine 2026 con 41 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica.

I sindacati chiedono: “Cambiare le pensioni adesso”


L’isopensione

L’isopensione consente un anticipo fino a un massimo di 4 anni (7 anni fino al 2023), con costi e contributi figurativi interamente a carico delle aziende con più di 15 dipendenti. Quindi per esempio: anziché pensionarsi a 67 anni con 20 anni di contributi (quota 87) ci si potrà pensionare con quota 80.

Contratti di espansione

Si potrà anticipare la pensione di cinque anni attraverso i contratti di espansione, con oneri totalmente a carico delle imprese oltre i 250 dipendenti. Anche qui i requisiti sono 5 anni di anticipo rispetto ai 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne), quindi anzianità di 37 e 10 mesi (36 e 10 mesi) inferiore ai 38 anni di quota 100, oppure quota 82 (62 anni di età e 20 di contributi).

Opzione donna

Secondo voci di corridoio, verrà rinnovata per i prossimi anni anche l’opzione donna, ma con un probabile innalzamento del requisito di età anagrafica. Oggi si accede alla pensione con calcolo totalmente contributivo, ovvero: con 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome e con 35 anni di contributi.

Pensione anticipata: Ape social

I beneficiari sono i disoccupati e caregivers familiari, ovvero coloro che si prendono cura di una persona convivente con handicap o non autosufficiente. E i lavoratori invalidi fino al 74%. Per queste categorie i requisiti sono 63 anni di età e 30 di contributi, quindi la cosiddetta Quota 93. Invece per i lavori usuranti è consentito il pensionamento con 63 anni di età e 36 anni di contributi. Quindi quota 99.


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