sabato, Aprile 20, 2024

Patrick Zaki: prolungata la detenzione di 45 giorni

Patrick George Zaki, é uno studente egiziano dell’Università di Bologna. Il 7 febbraio 2020, mentre era di ritorno in Egitto per una visita alla famiglia, viene fermato all’aeroporto del Cairo. C’era un mandato di arresto a suo nome, emesso nel settembre 2019 e di cui nessuno era a conoscenza. L’accusa è di propaganda eversiva ai danni della sicurezza nazionale. Intanto, la procura del Cairo ha deciso di prolungare la detenzione del giovane, per altri 45 giorni. Mentre gli attivisti per i diritti umani sono preoccupati, soprattutto per il trattamento subito dal ricercatore dell’Alma Mater. 

La detenzione di Patrick Zaki in un regime autoritario

In Egitto è in corso un potente regime autoritario che non guarda in faccia a niente e a nessuno. Secondo il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, subire un processo in Egitto non è sinonimo di rispetto dei diritti umani. Il report ufficiale dell’Onu, denuncia che in quel Paese ci sono gravi restrizioni delle libertà. Tra il 2013 e il 2018 migliaia di persone sono rinchiuse in carcere in maniera preventiva. Anche in stato di isolamento. Inoltre, si registrano 1500 sparizioni forzate e le informazioni ottenute dall’accusato sono estorte con la tortura.

L’adesione dell’Egitto alla Convenzione contro la tortura

La contraddizione più eclatante è rappresentata dal fatto che l’Egitto ha firmato il 10 dicembre 1984, una Convenzione contro la Tortura. Secondo la quale, per tortura, si intende un qualsiasi atto mediante il quale viene intenzionalmente inflitto, ad una persona, un dolore o una sofferenza acuta. Fisica o mentale. Al fine di ottenere, delle informazioni o confessioni. Pertanto l’Assemblea dell’ONU il 18 dicembre 2002 ha integrato la Convenzione con un protocollo opzionale.

La Ratifica dell’Egitto

Questo protocollo entrato in vigore il 22 Giugno 2006, stabilisce un sistema di visite regolari in luoghi in cui si trovano le persone private della libertà. Effettuate da organismi indipendenti. Ma l’Egitto ha ratificato un trattato che non rispetta. Intanto, si dimostra come uno Stato grande e moderato. Capace di mediare nella complessa vicenda tra Israele e Palestina, di cui esso fa da ponte. Ma, la realtà, a seguito del caso Regeni, prima, e quello di Patrik Zaki, poi, ci mostra tutt’altro.

Le mobilitazioni per Patrick Zaki

Gli attivisti, dopo la notizia del prolungamento della detenzione si sono mobilitati, chiedendo alla Procura Suprema di Sicurezza dello Stato di usare la sua autorità e di rilasciare Patrick durante le indagini in corso. Una decisione incomprensibile e crudele della giustizia egiziana nei confronti di Patrick Zaki. Il quale resterà altri 45 giorni in custodia cautelare in condizioni di detenzione inumane. E tutto questo contro un ragazzo che non ha fatto assolutamente nulla. Che non ha commesso alcun reato. L’Europa continuerà a chiedere ogni giorno libertà e giustizia con ancora maggiore convinzione, e determinazione ostinata. Mai compromessi sui diritti umani.

Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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