Una passata di pomodoro solidale, sostenibile e libera dal caporalato. E’ il progetto “Salsa Bakhita” promosso da Caritas e la Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”. Siamo nel ghetto di Tre Titoli a Cerignola (Foggia). Un luogo in cui si infrangono le leggi che governano la sanità e l’umanità.
Perché il progetto “Salsa Bakhita”? La passata di pomodoro solidale, sostenibile e libera dal caporalato
“Fortunata” questa è la traduzione di Bakhita, la santa schiava del Darfur a cui la Caritas Diocesana di Cerignola – Ascoli Satriano ha voluto intitolare la struttura inaugurata nel 2019 in Contrada “Tre Titoli”. 11 chilometri dal centro abitato, in pieno “Ghetto Ghana”, luogo di fatica e dolore per i tanti migranti. Giunti in cerca di una possibilità nel nostro Paese, dell’Italia hanno visto solo il lato peggiore: quello dello sfruttamento e dell’esclusione.
“Fortunata” come la passata di pomodoro ciliegino, che dà il nome a questo progetto sperimentale. Protagonisti del progetto la Caritas Diocesana appunto insieme ad una storica realtà del terzo settore Cerignolano: la Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”, da sempre impegnata nella lotta al caporalato.
“Salsa Bakhita”, è questo il nome dell’iniziativa. La cooperativa è stata impegnata nella coltivazione di circa 10000 piantine di pomodoro sui terreni circostanti “Casa Bakhita”. Si tratta del centro Pastorale fortemente voluto dalla Diocesi di Cerignola – Ascoli S., per portare servizi agli abitanti di questo “non luogo”. Promuovendo il riscatto sociale lì dove vige esclusione sociale e fatica di vivere.
La Cooperativa ha assunto regolarmente persone provenienti da percorsi di giustizia e situazioni di fragilità. I dipendenti si sono occupati della conduzione del campo, dalla piantumazione alla raccolta.
Le dichiarazioni dei protagonisti del progetto
“È stata un’esperienza molto intensa – afferma Pietro Fragasso che della ‘Pietra di Scarto’ è il presidente – proprio come immaginavamo”.
“Quando abbiamo deciso di coltivare pomodori a ‘Tre Titoli’ – prosegue – sapevamo di doverci confrontare con delle costanti contraddizioni, come vedere i nostri lavoratori tutelati e, oserei dire, coccolati, mentre attorno a noi si manifestava la negazione della dignità delle persone”.
“Tuttavia – conclude – ha avuto un senso, per quanto complesso, raccontare la lotta allo sfruttamento in un luogo che di sfruttamento è alimentato, soprattutto a causa di una filiera produttiva ed economica malata”.
“Un prodotto – dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas Diocesana – che per noi rappresenta il riscatto di uomini e donne finalmente libere dallo sfruttamento e protagoniste di un lavoro dignitoso. Un prodotto ‘giusto’ e solidale che può diventare simbolo di un territorio desideroso di riscatto”.
“Volevamo – continua don Pasquale – condividere con tutti questo importante risultato, chiedendo il sostegno attraverso l’acquisto della passata, dono perfetto per qualsiasi circostanza, anche per il prossimo Natale, perché racconta una storia che merita di essere raccontata”.
Il risultato finale della sperimentazione sono 3.000 vasi da 540 gr di passata di pomodoro solidale, sostenibile e libera dal caporalato.
Il 14 Novembre la presentazione del progetto
L’evento del progetto si svolgerà il prossimo 14 novembre a partire dalle ore 18 (diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano)
Alla presentazione, oltre a don Pasquale Cotugno e Pietro Fragasso, prenderanno parte Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, il dottor Antonio Palieri, responsabile del Centro “Santa Giuseppina Bakhita”, e l’avvocato Stefano Campese, coordinatore del Progetto SIPLA.
Gli introiti dell’iniziativa serviranno a sostenere nuove progettualità e a sviluppare opportunità occupazionali per persone in situazione di fragilità.