martedì, Aprile 16, 2024

Partito dem: le varie correnti dei democratici

Il segretario del Partito dem è alle prese con le diverse anime del partito. La sfida nel Pd è appena cominciata e si va dalla scelta del Sindaco di Roma a quella del Presidente della Repubblica. Ecco quali sono i nomi favoriti.

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Il Pd targato Enrico Letta è tutt’altro che ‘de-renzizzato’. Le correnti, insomma, vivono e lottano ancora in casa dem. Casomai sono in procinto di nascerne di nuove, se si pensa all’attivismo di Goffredo Bettini, consigliere “informale” dell’ex segretario Nicola Zingaretti.

Le varie correnti da domare

Insomma, se Letta pensava di liberarsi delle diverse anime democratiche senza troppa fatica, non ha messo in conto molti aspetti, che invece non vanno sottovalutati. “In realtà, Letta è persona intelligente. Difficile, quindi, che avesse questo obiettivo. Il problema – racconta un insider – è che pur volendo solo mandare un messaggio chiaro di cambiamento, non si è mosso benissimo. E, quindi, è normale che le varie correnti non l’abbiano presa bene”. Con quale risultato? “Quello di aizzarle. Ragion per cui non lasceranno certo cadere il guanto di sfida”.

Le elezioni al Senato

Letta, agitando il vessillo delle quote rosa, ha di certo incassato il risultato delle due donne capigruppo alla Camera e al Senato. Tuttavia, il metodo seguito non gli consentirà una navigazione tranquilla. Quanto accaduto al Senato con l’elezione di Simona Malpezzi è una spia importante. Tanto per cominciare, è stato proprio il capogruppo uscente Andrea Marcucci, esponente di spicco di Base Riformista, ad indicare il nome del suo successore. Non solo, ma lo stesso Marcucci ha di recente riunito un gruppo di parlamentari della sua corrente per dare ancora maggior peso al pensiero liberal riformista nel partito. In pratica, Marcucci fa sapere a Letta che non lo ha affatto azzerato e che al Senato non si può prescindere da lui.

Partito dem: quante e quali sono le correnti?

Il Partito democratico è nato nel 2007 dalla fusione dei Democratici di sinistra (Ds) – eredi del Partito comunista italiano, poi diventato Partito democratico di sinistra (Pds) – e dalla Margherita, forza politica centrista e riformista discendente dal Partito popolare italiano. L’idea alla base della fondazione del Pd era la creazione di un polo di centrosinistra a vocazione maggioritaria. In altri termini, l’obiettivo era superare le frammentazioni del campo progressista per allargare la base elettorale. È dunque nella natura del Partito democratico contenere anime politiche diverse.

L’organizzazione delle correnti

Le correnti esistono in realtà in tutti i partiti, ma solo nel Pd sono ancora organizzate come accadeva ai tempi della Prima Repubblica all’interno della Democrazia cristiana. Dunque, con leader di riferimento, spesso un proprio logo, una reale capacità di spingere il partito in una direzione o nell’altra in base al numero delle adesioni. Oggi, le correnti di maggiore peso all’interno del Pd sono quattro: AreaDem e Dems, entrambe vicine al segretario uscente Zingaretti, rappresentano la maggioranza nel partito, mentre le altre correnti vengono definite “minoranze”.

AreaDem

Nata nel 2009, fa riferimento al ministro della Cultura Dario Franceschini. Ne fanno parte, fra gli altri, la viceministra agli Affari esteri Marina Sereni, l’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti, i senatori Franco Mirabelli e Luigi Zanda.

Dems

È la corrente del ministro del Lavoro e vicesegretario del Pd Andrea Orlando ed è attiva dal 2017. Fra i nomi, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, l’ex viceministro all’Economia Antonio Misiani e l’ex sottosegretario con delega all’editoria Andrea Martella.

Minoranze

Le principali correnti di minoranza sono Base Riformista, che su Twitter si definisce “Associazione di cultura politica” e Giovani turchi, l’ala più a sinistra del partito. C’è poi un gruppo informale di sindaci e presidenti di regione, sul territorio, lontani dalle strutture del partito, ma sempre più presenti nel dibattito nazionale.

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