martedì, Aprile 16, 2024

Parler riappare online con l’aiuto dei servizi russi

Dopo essere stato oscurato, Parler riappare online. Il social amato dall’estrema destra è stato messo offline da Amazon Web Services e rimosso da Android e iOS per il suo coinvolgimento nell’assalto del 6 gennaio al Campidoglio. Ora è di nuovo online grazie all’aiuto di un servizio di sicurezza web di proprietà russa.

Parler riappare online?

Dopo l’assalto al Campidoglio americano il social network amato dall’estrema destra Parler è stato oscurato. Il servizio Amazon Web aveva messo il social offline e Android e iOS avevano rimosso l’App dal loro Store. Ora il dominio Parler.com è di nuovo accessibile. Al momento c’è solo il messaggio del CEO Jon Matze: “È arrivato il momento giusto per ricordare a tutti voi, siate sostenitori o hater, perché abbiamo creato questa piattaforma. Riteniamo che la privacy sia fondamentale e la libertà di parola essenziale soprattutto sui social media. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fornire una pubblica piazza apartitica in cui le persone possano godere ed esercitare i propri diritti. Risolveremo qualsiasi sfida che ci attende e prevediamo di dare il benvenuto a tutti voi presto. Non lasceremo morire il discorso civile!”.

Il sito riappare con l’aiuto dei russi

Il sito è riapparso online grazie ai servizi di sicurezza web russi. Gli utenti tuttavia non possono ancora accedere o pubblicare post. Il sito ora farebbe affidamento su un servizio di hosting di DDoS-Guard Corp., di proprietà di due russi, Evgenii Marchenko e Aleksei Likhachev, secondo i documenti depositati presso la Companies House. I dati pubblici associati al nome di dominio Parler.com mostrano che uno dei server Internet a cui indirizza i visitatori viene instradato tramite DDoS-Guard. Una portavoce di DDoS-Guard ha detto che la società non ospitava Parler e ha rifiutato di commentare i servizi che stava fornendo all’app dei social media. Ha però confermato di aver archiviato i dati dei clienti come parte della sua offerta.

Secondo i registri pubblici resi disponibili dal regolatore di Internet Icann il nome di dominio di Parler è ora registrato presso Epik Inc., una società di servizi web con sede a Sammamish, Washington. Epik è anche la piattaforma di hosting di domini di Gab, un altro sito di social networking meno restrittivo popolare tra l’estrema destra. Ma anche di Infowars, uno dei più grandi siti di disinformazione mondiale. Epik ha tuttavia dichiarato di non aver avuto contatti o discussioni con Parler in nessuna forma.

Apple difende la sua decisione

Il CEO di Apple Tim Cook ha difeso la decisione di Apple di rimuovere l’app Parler dall’elenco nonostante le lamentele dei critici sul fatto che la mossa interferisca con la libertà di parola. Cook, a Fox News Sunday, ha affermato: “Abbiamo esaminato l’incitamento alla violenza che era presente. Non riteniamo che la libertà di parola e l’incitamento alla violenza abbiano un’intersezione”.


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