domenica, Febbraio 16, 2025

Oumuamua: asteroide o residuato extraterrestre?

Nel 2017 un asteroide interstellare passò tanto vicino alla Terra che un telescopio delle Hawaii riuscì ad inquadrarlo. Lo chiamarono Oumuamua, che sta per “messaggero che arriva da lontano”. Un docente di Harvard, tale Avi Loeb, è da sempre convinto che Oumuamua non sia un asteroide ma uno scarto di tecnologia extraterrestre. Ed ora ha scritto un libro sull’argomento.

Cos’è Oumuamua?

Oumuamua è il primo asteroide interstellare conosciuto. L’esistenza di asteroidi e comete interstellari è teoria di un decennio fa. Fino alla scoperta, avvenuta nel 2017, l’esistenza di questi tipi di oggetti era soltanto un’ipotesi. Un corpo interstellare è un oggetto proveniente dallo spazio interstellare, che si estende al di fuori del nostro sistema solare. La sua scoperta risale al 18 ottobre del 2017 da Rob Weryk, membro del team che lavora al Pan-STARRS, un sistema esplorativo astronomico costituito da telescopi e fotocamere ad ampio campo.

La teoria di Avi Loeb

Avi Loeb era a capo del Dipartimento di astronomia di Harvard e sostiene da anni che Oumuamua sia lo scarto di un progetto tecnologico alieno. La convinzione è così radicata che l’ha spinto a scrivere un libro: “Extraterrestrial: the first sign of intelligent life beyond earth”, che uscirà il 26 gennaio. Nel suo libro Loeb sostiene che la forma a sigaro dell’asteroide era troppo particolare per non dare adito all’insorgere di dubbi. Inoltre la superficie rifletteva la luce molto più di quanto facciano altri corpi celesti, quasi che fosse ricoperta di metallo.

La traiettoria di Oumuamua

Loeb tira in ballo le anomalie di traiettoria ed una piccola ma significativa accelerazione registrata man mano che l’asteroide si allontanava dal Sole. Per Loeb quella piccola spinta non è da addebitare al degassamento, che provoca una fuoriuscita di idrogeno con relativa spinta. Possibile invece che Oumuamua fosse dotato di una vela solare, molto simile a quelle installate sulle nostre sonde spaziali. Osservazioni spettroscopiche hanno poi rilevato uno strato di materiale organico sulla superficie dell’asteroide.

L’asteroide non presenta la tipica “coda”

Lo strato di circa 50 cm che riveste l’asteroide avrebbe impedito la sublimazione del ghiaccio. Questo fenomeno, che comporta lo scioglimento all’interno del corpo celeste, dà luogo alla tipica scia che asteroidi e comete si portano dietro. In Oumuamua questo fenomeno non si sviluppa ed ecco perché Avi Loeb non riesce a capire come abbia fatto l’asteroide ad accelerare. Senza la sublimazione del ghiaccio e la fuoriuscita di idrogeno, quella accelerazione non avrebbe potuto avere luogo. Ed ecco perché l’ipotesi della sonda resta per Loeb l’unica perseguibile.

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