Oscar Wilde in carcere per omosessualità: 5 aprile 1895

Il suo amore per Bosie, nel contesto della società vittoriana, lo condannerà ad anni di lavori forzati in carcere. L'omosessualità era da condannare senza alcuna pietà.

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Oscar Wilde in carcere

Oscar Wilde in carcere dormiva senza materasso. Fu proprio lì che conobbe fama, insonnia e malattia, lavorando sei ore al giorno in un mulino a ruota.
Tutto ciò accade a causa della sua omosessualità, che determinò una condanna formulata il 5 aprile del 1895. Un’accusa, quella nei confronti dell’irlandese Oscar Wilde, definita come “la tragedia più orribile di tutta la storia della letteratura”.

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Oscar Wilde in carcere: i valori della società vittoriana

Oscar Wilde in carcere

Eccessivo per partito preso, fu proprio a causa del successo e del suo eccesso, che Wilde venne crocifisso dai valori della moderata e perbenista società vittoriana. Quella stessa società che da sempre aveva allietato e divertito con il suo spirito caustico, le sue pose dandy e anticonformiste e il suo estetismo letterario. A rovinarlo una travolgente passione per quell’”amore che non osa dire il suo nome”, per “il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane.

L’amore per Alfred Douglas

Il suo fatale amore fiorì nei confronti di Alfred Douglas, detto Bosie, rampollo dell’aristocrazia irlandese.  Si conobbero nel 1891, anno di pubblicazione de Il Ritratto di Dorian Grey. Proprio qui, sembrò acquisire veridicità l’aforisma wildiano secondo cui “la vita imita l’arte”. L’attenzione di Oscar per Bosie sembrava effettivamente ricalcare quella di Basil per Dorian.

Nacque una relazione tormentata, difficile, dubbia, sovrapposta ad altri blandi amori. Ad un certo punto, il padre del ragazzo, il marchese Queensberry, colui che venne definito da Wilde “omino buffo”, decise di troncare la relazione, accusandolo di sodomia.

Oscar Wilde in carcere: le accuse pubbliche

Fu questo l’inizio della catastrofe. Wilde querelò Queensberry, provocandogli un arresto. Ciò si ritorse contro di lui e, dopo due processi, lo scrittore fu condannato a due anni di lavori forzati nel duro carcere di Reading. Interrogato più volte dagli inquirenti, diede il meglio della sua arguzia nelle accattivanti risposte e nelle descrizioni dei suoi rapporti con il padre di Alfred. Più volte, le aule del tribunale furono sul punto di essere sgombrate per le continue risa del pubblico. Dopo il mandato di cattura, consegnatogli con l’accusa di atti osceni e sodomia, l’ostilità verso Wilde del pubblico inglese cominciò a manifestarsi. Il suo nome fu tolto dai cartelloni pubblicitari, le sue rappresentazioni teatrali vennero sospese e la vendita di sue fotografie fu addirittura vietata.  

Bosie cerca di difendere Oscar

Oscar Wilde in carcere

Bosie, in quanto aristocratico, non fu oggetto dello scandalo, ma, a caldo, difese l’amico e l’amato. Lo fece in un articolo in cui, citando la pleiade omosessuale da Platone a Cellini, si dichiarava “fiero di essere amato da un grande uomo e fiero di aver sofferto per lui”. Presto ci fu un voltafaccia, a causa di parole a lui rivolte da Wilde nel De Profundis, ed arrivò a definire la fortuna di Wilde come dettata “dal fatto che è stato in prigione ed ha scritto sconcezze”.
Il letterato irlandese non sopravvisse alla sua dannazione sociale: morì a Parigi il 30 novembre 1900, a soli 46 anni.