venerdì, Marzo 29, 2024

Oscar 2017: cronaca minuto per minuto

Inizia presto la “Notte degli Oscar 2017. Come suole infatti, dalle 22:50 (ore italiane) momento in cui inizia il red carpet, la vera cerimonia si apre nel “Dolby theatre” solo alle 2:30 del 28 Febbraio (ore e data italiane).

Trasmessa sia sulla “paytv” di Sky al canale 304 e sul digitale terrestre al canale 8, la cerimonia degli Oscar 2017 è commentata per il nostro Paese dal programma “La notte degli Oscar” con: Gianni Canova, Francesco Castelnuovo, Denise Negri, Diletta Leotta e Frank Matano.

Periodicodaily però non si tira indietro e si propone qui di presentarvi un resoconto attento, accurato e in alcuni casi irriverente di quelli che sono i momenti salienti di questa notte che è passata.

Partendo dai red carpet – il programma di “commento all’italiana” risulta abbastanza inutile e non gli verrà dedicato molto tempo; anche perché, se qualcuno ha avuto la sfortuna di seguire la diretta si sarà reso conto sicuramente che togliendo “La la land” dalle loro discussioni si toglie circa il 75% dei contenuti – come tutti gli anni gli “Oscar” non riguardano solo il cinema ma anche la moda; alcuni dei look rappresentati infatti sono degni di nota anche per un “villan” della moda come il sottoscritto:

Ruth Negga

Ineccepibili gli abiti delle grandi “griffe” italiane, che come ogni anno si ripresentano massicce tra le star di Hollywood: il Valentino indossato da Ruth Negga, che molto dovrebbe insegnare all’abito oro di Badgley Mischka, portato sul red carpet dalla presentatrice dello stesso Robin Roberts, che risulta molto meno elegante e un po’ “pacchiano” se poi paragonato all’oro sfoggiato da Jessica Biel, moglie di Justin Timberlake, che veste un fantastico Kaufman Franco. Tra tutti spicca di sicuro l’Armani indossato da Isabelle Huppert, che nelle classiche interviste durante la sfilata fino alle porte del Dolby Theatre afferma di non essere stata nervosa nell’interpretazione del suo personaggio – è nominata agli Oscar per il ruolo di “Miglior Attrice Protagonista” con il film “Elle” – perché “l’innocenza che ne traspare e l’introspezione del personaggio che fa comprendere il motivo delle azioni compiute l’hanno rasserenata”.

Robin Roberts

Come ben si poteva immaginare, il mondo di Hollywood ha continuato la sua “battaglia” mediatica con il neopresidente degli USA, Donald Trump; e questo è avvenuto sin dallo stesso red carpet con l’abbigliamento: erano molti, infatti, i “blue ACLU ribbons”: fiocchi indossati sugli abiti in rappresentanza dell’ “American Civil Liberties Union”.

Il via alle danze lo da Justin Timberlake, con una performance dal vivo sulle note di “Can’t stop the feeling” che è riuscito a far ballare tutto il teatro, cui segue un momento di intrattenimento comico da parte del presentatore di questi Oscar: Jimmy Kimmle; momento questo nel quale non manca l’occasione per una frecciatina alla politica e anche una standing ovation per Meryl Streep che viene appellata di essere l’”attrice più sopravvalutata degli ultimi 20 anni”.

Inizia subito la prima premiazione, per il “Besting Actor in Supporting Role”: Mahershala Ali, in Moonlight, dove interpreta uno spacciatore “buono” che vince alla prima nomination agli Oscar mai avuta.

Jessica Biel

Segue poi la prima grande vittoria sperata per il Nostro Paese a Alessando Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson per il “Makeup and Hairstyling”, con l’impresa portata avanti nel film “Suicide Squad”. Interessante notare come Gregorini non si aspettasse la vincita, tanto da dichiarare che “sarebbe stato come il secondo arrivato a Sanremo: quello che davvero sarebbe diventato famoso. Per il “Costume Design” è poi Colleen Atwood a vincere la statuetta, con le idee portate in scena nel film “Animali fantastici e dove trovarli”.

La sequenza di premiazioni viene interrotta dall’arrivo di Kathrine Jhonson, che entra sul palco degli Oscar in un bellissimo vestito color celeste, che denota come una sedia a rotelle non implichi una mancata eleganza. Per Kathrine, una delle tre donne messe in scena nel film “Il diritto di contare”, che ha contribuito a portare i primi uomini americani sulla luna, si assiste ad una completa standing ovation e lacrime di alcuni degli spettatori.

“Best Documentary Feature”, purtroppo per noi italiani, viene assegnato a Erza Edelman e Caroline Waterlow per l’opera “O.J.: Made in America”.

E’ il momento musica quindi quando arrivano sul palco la cantante Auli’i Cravalho , che presta la voce al personaggio principale del film “Oceania”, Moana; e durante l’esibizione si può notare una “citazione” alle passate Olimpiadi di Rio 2016 nel sole del fondale.

Ecco di nuovo la freccia politica partire quando prende la parola la presidentessa della “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”: Cheryl Boone Isaacs, che nel suo discorso afferma: “Art has no borders, no single language e no single faith . The power of arts is to transcend all”.

Altri due Oscar tecnici sono il “Sound Editing”, per il quale vince “Arrival” ed il “Sound Mixing” che vede invece vincitore “Hacksaw Ridge”.

E’ invece Viola Davis , con la sua interpretazione di “Rose Maxson” in “Fences”  a vincere la tanto amata statuetta per l”Actress in a supporting role”, cui segue un bellissimo e toccante discorso su come “il suo sia l’unico mestiere in cui si celebri la vita delle persone, anche di quelle che amano e poi perdono”.

Il premio per “The best foreign language film” va invece a “The sales man”; il discorso di questa premiazione è permeato da una critica forte alla politica americana: infatti, Asghar Farhadi, regista del film, non si è presentato alla cerimonia di premiazione per rispetto alle popolazioni che sono state colpite dalle ultime leggi sull’immigrazione americane. A questo importante discorso poi segue diretta l’esibizione canora di Sting, che termina con la frase: “If I don’t have the moral courage to challenge authority… we don’t have journalism.”; si lascia a  voi lettori se pensare ad un riferimento alle ultime dichiarazioni del neopresidente americano Donald Trump nei confronti dei media. Il momento un po’ teso non si arresta: dopo la premiazione al “Best Animated Short Film”, che va a “Piper” infatti Garneal Garcia Bernal afferma che, in quanto lavoratore di origine latino americana, è “contro a qualsivoglia tipo di muro”. Segue subito dopo la premiazione per il “Best Animated Feature Film”, aggiudicatosi da “Zootopia”.

“La La Land” vince in seguito il primo oscar dei 14 cui era nominato con il premio per il “Production Design”.

Comico, ed esilarante il momento in cui un piccolo gruppo di ignari turisti è stato catapultato all’interno del “Dolby Theatre”, dove ha potuto incontrare così’ tutte le grandi “stelle” che, probabilmente, hanno riempito le loro serate.

La statuetta per i “Visual Effects” va invece a “The Jungle Book”.

Presenza eclatante quella di Micheal J. Fox, arrivato sull’inconfondibile Delorean, per la premiazione del “Film Editing”, che consegna la seconda statuetta al film “Hacksaw Ridge”.

L’Oscar per il miglior “Documentary Short Subject” va a “The White Helmets” mentre è “Sing” ad aggiudicarsi il “Live Action Short Film”.

E’ il momento quindi di premiare il miglior film per la categoria “Cinematography” che consegna così la seconda statuetta a “La La Land”.

Si riapre quindi uno spaccato musicale, dove si vede un fantastico John Legend interpretare una canzone del film “La La Land”: “City of stars”, in una bellissima interpretazione di piano e voce.

Le premiazioni continuano con la vittoria di “La La Land” , per l’oscar “Orginal Scores”, guadagnandosi così la sua terza statuetta. Si prosegue ancora una volta con la vittoria per “La La Land”, che quindi continua nella sua scalata alle vittorie guadagnandosi anche il premio per la “Original Song”.

“The best Original Screenplay” va a “Manchester by the sea” e il “Best Adapted Screenplay” invece è assegnato a “Moonlight”.

Siamo quindi arrivati agli ultimi premi da assegnare, quelli che di solito si aspetta con maggior suspense:

“The best directing” va a Damien Chazelle, di “La La Land”, che in questo modo raggiunge anche il record del più giovane regista premiato agli Oscar, che nel suo discorso ringrazia anche i registi presenti “da cui” –  afferma – “aver imparato tutto.”

“The best actor in a leading role” Casey Affleck, che vince così il primo Oscar alla sua seconda nomination, dopo la mancata vittoria per la nomination del 2008 per il premio di miglior attore non protagonista” con il la sua interpretazione nel film “The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford”

“The best actress in a leading role”, premiata da Leonardo di Caprio, è Emma Stone, per il ruolo di Mia in “La La Land”.

“The best picture goes to La La Land” … e invece no. “Moonlight” è il vero vincitore.

C’è stato infatti un grandissimo errore che ha causato un po’ di trambusto: alla prima lettura del vincitore è stato detto “La la land” ma dopo alcuni minuti di discorso da parte dello scrittore di questo film, la crew del film inizia ad agitarsi, e questo perché sa il misfatto. Non è stata chiara la dinamica ma questo è stato.

Quindi eccoci, a tirare le somme di quello che è stata questa lunga notte.

Le vittorie sono state tante e le frecciate politiche di Hollywood non sono mancate, ribadendo anche in questa che è forse l’occasione più internazionale per farlo, la propria chiara posizione di opposizione all’attuale governo statunitense.

Sperando di avervi trasmesso la bellezza di questa nottata a sorsi di caffè e cinema, vi aspettiamo l’anno prossimo.

Dejan Uberti
Dejan Ubertihttps://www.periodicodaily.com/spettacoli/
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