venerdì, Aprile 19, 2024

Origine del vetro: in Egitto le prime botteghe

Un materiale ormai di uso comune che in passato era considerato prezioso, tanto da rientrare nelle ordinazioni per il faraone. Cranfield University di Shrivenham studia l’origine del vetro, la sua diffusione e il perfezionamento della tecnica.


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Qual è l’opinione più accreditata sull’origine del vetro?

Tra fine dell’Ottocento e seconda metà del Novecento gli studiosi discutevano sulle botteghe egiziane e del Medio Oriente. I manufatti in vetro più antichi infatti, erano realizzati nelle due zone. Reperti ben conservati e risalenti al 1.500 a.C. provenivano dall’Egitto. Tuttavia nel 1980 i ritrovamenti di carichi di oggetti in silicio a Nuzi in Iraq hanno fatto pensare che la produzione del paese fosse precedente. Poi le analisi dei materiali hanno dimostrato che la produzione egizia era maggiormente avanzata e anteriore di almeno un secolo.

La bellezza del vetro

Secondo Andrew Shortland della Cranfield University di Shrivenham, in passato il vetro era valutato al pari delle pietre preziose. La trasparenza e la resistenza lo rendevano un materiali da lavorare come l’oro e l’argento. Realizzato scaldando il silicio, è interessante perché plasmabile: infatti, la sabbia diventa simile a resina e poi si cristallizza. Gli artigiani che lo lavoravano aggiungevano alla materia prima delle tonalità. Cobalto o antimonato di piombo davano quindi colore all’oggetto finito. Perle vitree erano già diffuse nel 3° millennio a.C., ma è tra 1.600 e 1.200 a.C. che in Egitto, Grecia micenea e Mesopotamia si diffonde l’uso.

Le lettere di Amarna

Sono tavolette in argilla che provengono dall’archivio diplomatico della corte egizia, nel periodo in cui era faraone Akhenaton. I 380 reperti testimoniano i rapporti che il regno sul Nilo intratteneva coi paesi del Medio Oriente. Nel testo scritto in carattere cuneiforme si fanno dei riferimenti al vetro. Il sovrano cananeo Yidya di Ashkelon commenta l’ordine del materiale da parte del re dell’Egitto. La richiesta era di 30 pezzi in silicio. I reperti sono tornati alla luce a Tell el-Amarna.

L’analisi delle tecniche di lavorazione e l’origine del vetro

Shortland ha studiato le differenze tra vetro prodotto in Egitto, in Medio Oriente e Grecia. All’apparenza sembra difficile distinguere in quale bottega è realizzato il materiale, ma il ricercatore ha notato subito il colore blu. Avvalendosi dell’opera del polacco Alexander Kaczmarczyk, ha individuato nell’elemento aggiunto la provenienza degli oggetti, cioè alcune aree egiziane. Poi l’esperto ha utilizzato la spettrometria di massa accoppiata induttivamente ad ablazione laser per creare un’impronta digitale chimica del campione. Analizzando alcune perle vitree trovate in Grecia, ha cercato di verificare se fossero create in loco. Sembrerebbe che le poleis importassero il silicio cristallizzato dalle aree vicine. I reperti lavorati nella valle del Nilo contenevano lantanio, zirconio e titanio, mentre gli oggetti dalla Mesopotamia cromo.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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