venerdì, Marzo 29, 2024

Operazione “PANAMERA”: arrestate 4 persona per bancarotta fraudolenta e sequestrati beni

Operazione “PANAMERA”: arrestate 4 persone per caporalato, bancarotta fraudolenta e frode fiscale e sequestrati beni per mezzo milioni di euro.

Nell’ambito dell’operazione “PANAMERA”, i militari del Comando Provinciale
della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di
misure cautelari nei confronti di 4 soggetti, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Firenze
dott.ssa Angela Fantechi, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di
Firenze Dott.ssa Christine Von Borries, e a un contestuale sequestro preventivo per
equivalente per complessivi 522.883 euro, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta,
frode fiscale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e sfruttamento
illecito dei lavoratori, perpetrata da soggetti sinici nelle lavorazioni conto terzi di capi di
pelle.

L’articolata attività d’indagine, condotta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze
sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze – diretta dal dott. Giuseppe
Creazzo, si inquadra l’Operazione “PANAMERA” in un più ampio piano di contrasto al lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori, che, nel caso di specie, ha permesso di individuare alcuni capannoni nel comune di Campi Bisenzio ove gli imprenditori di origini cinesi, appartenenti allo stesso ambito familiare e operanti nel settore della lavorazione del pellame e della produzione di borse, sfruttavano manodopera straniera.

Le attività investigative hanno consentito di individuare una società romana, con un’unità
locale sita in Calenzano, che subappaltava le proprie lavorazioni per conto terzi a una
società di capitali gestita da una coppia di origini cinesi, che a sua volta demoltiplicava le
lavorazioni a ditte individuali caratterizzati da una breve durata operativa e a loro
ricondotte, successivamente lasciate con elevati debiti erariali, svuotate di liquidità e
sostituite da altre operanti negli stessi luoghi e con gli stessi macchinari e forza lavoro.
Le attività di indagine consentivano di far emergere un massivo sfruttamento di lavoratori
di diversa etnia, cinesi, bengalesi e pakistani, trasportati sui luoghi di lavoro e tenuti a
lavorare per circa 14 ore al giorno, con una retribuzione media oraria di poco superiore ai 3 euro l’ora.

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Senza riposo, i pasti venivano consumati velocemente all’interno del capannone, ove erano presenti approssimative cucine alimentate da bombole di gas. Nell’ordinanza, Il Giudice rileva che “emerge con chiarezza lo stato di soggezione e di sfruttamento a cui sono sottoposti i lavoratori e del fatto che … dispongano degli stessi a proprio piacimento, arrivando a ipotizzare di farli lavorare di notte pur di effettuare le consegne prestabilite” e ancora che sussistono “gravi indizi in ordine ad una condizione di sfruttamento evidenziata da macroscopiche violazioni degli orari massimi di lavoro e dell’assenza di riposi, con persone ridotte a mera forza lavoro”.

La società di capitali e le ditte individuali susseguitesi nel tempo, tra il 2013 e il 2019, hanno maturato circa 589.000 euro di debiti erariali iscritti a ruolo ed evaso imposte per 522.883 euro, mentre le indagini finanziarie hanno fatto emergere prelevamenti e bonifici per circa 1,2 milioni di euro.

Su istanza della Procura della Repubblica di Firenze, la società di capitali e due ditte
individuali sono state dichiarate fallite dal Tribunale e, all’esito delle attività investigative,
oltre all’accusa di caporalato, sono stati configurati, a vario titolo, reati di bancarotta
fraudolenta, dichiarazione fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle
imposte nonché un’attività di raccolta e smaltimento illecito di rifiuti speciali, avendo
abbandonato residui alimentari e bidoni di olio all’esterno della struttura.

Il Giudice ha ritenuto di applicare la custodia cautelare in carcere per la coppia cinese
poiché “le modalità con cui sono stati commessi i reati realizzati nell’arco di numerosi anni, con violazioni per così dire “a tutto tondo” nello svolgimento dell’attività di impresa
realizzata ad esclusivo fine di massimizzazione del profitto in spregio di ogni norma di
legge vigente, con totale evasione di imposta, evasione contributiva, e sfruttamento dei
lavoratori, ed utilizzazione di prestanome in modo da poter proseguire negli illeciti induce a ritenere indispensabile per la tutela delle esigenze cautelari la misura della custodia
in carcere”.

L’ordinanza dispone il divieto di dimora nel comune di residenza con obbligo di
permanenza notturna e divieto di espatrio per altri due soggetti di origine sinica, familiari
degli arrestati, a cui si affianca il sequestro preventivo per equivalente per un importo di
522.883 euro nei confronti di questi ultimi, corrispondente all’evasione fiscale e
integralmente assicurato attraverso il sequestro di alcune unità immobiliari.

Leonardo Pietro Moliterni
Leonardo Pietro Moliterni
Presidente dell'Associazione L'Ancora Capo Redattore Responsabile ma sono soprattutto giornalista, foto reporter e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Ho sposato Periodicodaily.com e Notiziedaest.com ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Sono un libero giornalista indipendente porto alla luce l'informazione Nazionale e Estera .. Soprattutto Cronaca, Meteorologia, Sismologia, Geo Vulcanologia, Ambiente e Clima.

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