giovedì, Aprile 25, 2024

OMS e Italia: il mistero del rapporto rimosso

OMS e Italia sono sotto accusa. Il motivo? Un documento eliminato il giorno dopo la sua pubblicazione. Nel quale si citava il Piano pandemico italiano. In particolare, si parlava di un suo mancato aggiornamento. Dal 2006, il Piano pandemico non ha subito modifiche.

OMS e Italia: cos’è successo?

Facciamo un passo indietro. Francesco Zambon e altri dieci ricercatori italiani dell’OMS sono incaricati di scrivere un rapporto sul Covid. “Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia al Covid-19“. Il governo del Kuwait ha finanziato il progetto. L’obiettivo è infatti quello di fornire informazioni sul Coronavirus. Sopratutto per quei Paesi non ancora colpiti. Il documento dell’OMS viene pubblicato il 13 maggio. Il giorno dopo però non appare più sul sito.

Piano pandemico italiano e malgestione del Covid-19

Nel rapporto è citato il Piano pandemico italiano. Da quel che si evince, l’ultimo aggiornamento risale al 2006. Nel 2017, è stato dunque solo confermato. Zambon infatti afferma: “I piani pandemici successivi al 2006 erano uguali ai precedenti. Non sono state cambiate né una parola né una virgola“. Questo ha portato a gestire male la pandemia. In particolare nei primi mesi. Gli ospedali hanno dunque agito in modo: “Improvvisato e caotico“, citando il documento stesso.

OMS e Italia: il documento è davvero utile per le indagini?

Il rapporto dei ricercatori dell’OMS è fondamentale per le indagini della Procura di Bergamo. Proprio perché si sottolinea il problema del Piano pandemico non aggiornato. Causa principale, con ogni probabilità, delle numerose morti nel bergamasco. Antonio Chiappani, il capo procuratore, ha affermato: “Abbiamo bisogno di capire perché ci sono state così tante vittime“. Anche un altro rapporto si è rivelato importante per le indagini. Quello di Pier Paolo Lunelli, ex-generale. Secondo lui, infatti, circa 10mila morti sarebbero state causate dall’assenza di un Piano pandemico aggiornato.

La Procura di Bergamo vorrebbe interrogare i ricercatori

La Procura di Bergamo ha già convocato tre volte i ricercatori. Nessuno di loro si è potuto presentare, però. L’OMS infatti è intervenuta. Dopo la prima convocazione, l’Organizzazione ha chiesto il rispetto dei protocolli diplomatici. Perciò la richiesta doveva passare per il Ministero degli Esteri. Questo però non è bastato. Un grosso ostacolo è legato all’immunità diplomatica dei ricercatori. Su questo punto si è espresso Luigi Di Maio. Il ministro ha infatti ricordato che lui è “Contro l’immunità“. Un chiaro messaggio per l’OMS, dunque.

L’interrogatorio di Ranieri Guerra

Il mese scorso, la Procura ha interrogato Ranieri Guerra, direttore vicario dell’OMS. Nel 2017, Guerra era direttore generale della prevenzione al Ministero della Salute. Il Piano pandemico era dunque di sua competenza. Inoltre, Guerra fa parte della task-force anti-Covid. L’uomo è stato ascoltato per cinque ore. Non si sa però cosa si sia scoperto dopo questo interrogatorio.

Possibili conseguenze legali

Qualora la Procura di Bergamo riuscisse a verificare il mancato aggiornamento del Piano pandemico, si avrebbero serie conseguenze legali. Infatti, tutti i Presidenti del Consiglio e i Ministri della Salute che hanno operato dal 2013 rischierebbero il processo.

Cos’hanno detto OMS e Italia al riguardo?

Le prime spiegazioni sull’eliminazione del rapporto sono giunte la scorsa settimana. In un comunicato l’OMS ha dichiarato che il documento “Conteneva delle imprecisioni e incogruenze“. Giovedì invece l’OMS ha contattato il governo per chiarire la faccenda.

OMS: “Abbiamo modificato le nostre procedure di pubblicazione

In un nuovo comunicato, l’OMS ha parlato dell’Intra-Action Review (IAR). Cos’è l’IAR? È un meccanismo che permette a un Paese di effettuare un esame periodico sulla propria reazione al Covid-19. In questo modo, vi è la possibilità di prevenire altre vittime. Così come di seguire le procedure consigliate. L’IAR ha più o meno lo stesso scopo del documento eliminato, dunque. Per questo motivo il rapporto non è stato ripubblicato. L’OMS si è scusata per la confusione creatasi.

Il Ministo della Salute Speranza: “Non è un documento ufficiale dell’OMS

Riccardo Speranza ha subito negato ogni coinvolgimento. Il Ministro ha aggiunto: “Il documento non è mai stato inviato al Ministero della Salute“. Dunque, non è stato possibile visionarlo. E il Ministero non ha potuto neppure esprimersi sul documento. Inoltre, il Ministo Speranza ha affermato: “Ogni informazione relativa al rapporto non proviene da una fonte istituzionale“. Eppure, secondo alcune fonti estere, Francesco Zambon avrebbe dichiarato di aver spedito una bozza della relazione al Ministero. E lo avrebbe fatto un mese prima della pubblicazione.


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