Si celebra l’8 luglio la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo. Una giornata volta ad ricordare tutti i caduti del mare: dai migranti ai pescatori, dalle persone che nel mare avevano trovato il lavoro a quelle che inseguivano una speranza.
Perché una Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo
Il Mediterraneo da culla della civiltà si è trasformato nel cimitero più grande d’Europa. Crocevia di culture, oggi il Mar Mediterraneo è diventato piuttosto una barriera che separa i popoli. L’8 luglio è, allora, l’occasione per soffermarsi sulle tante problematiche dell’area mediterranea ed onorare la memoria di tutti i caduti del nostro mare: dai migranti ai pescatori. Una giornata in cui riflettere anche sulla drammatica realtà dello stato di salute del “Mare Nostrum”, come lo chiamavano i Romani.
Il drammatico stato di salute del Mare Nostrum
I rifiuti plastici rappresentano uno dei più gravi inquinanti del mare. La percentuale di plastica nel Mar Mediterraneo è pari al 95%. Nel “Mare nostrum” finiscono ogni minuto più di 33.000 bottigliette di plastica, per un totale annuo di 570mila tonnellate. Un dato eclatante che entro il 2050 è destinato a quadruplicarsi secondo il WWF. A questo si aggiunge il problema dell’ecosistema fortemente danneggiato. Secondo la FAO il nostro mare è tra i più sfruttati del mondo. Ad alterare la salute del nostro Mare è anche e soprattutto la morte che regna nei suoi fondali. Troppi cadaveri hanno visto le onde del Mare Nostrum trasformarsi in gelide coperte di un letto eterno. Ecco perché la Giornata del Mar Mediterraneo è fondamentale: non per i numeri, non per i dati freddi come quelle acque, ma per le persone che ci hanno lasciato. Le istituzioni non possono ancora restare gli scogli su cui le tante problematiche del nostro Mare si infrangono: che diventino sabbia per accogliere un futuro diverso e migliore.