Gli oceani sono un patrimonio che non ci possiamo permettere di perdere. La biodiversità marina è fondamentale per l’equilibrio della nostra biosfera. Essenziale per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. Gli oceani sono basilari nella regolazione della temperatura terrestre, generando la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo.
Ieri sul giornale scientifico Nature è stato pubblicato un interessante studio, il quale regala una prospettiva positiva sul futuro dei nostri oceani. Un team internazionale di scienziati ed esperti, guidati dal Professor Carlos Duarte dell’Università di Scienze e Tecnologia dell’Arabia Saudita, sostiene che per il 2050 possiamo ripristinare la ricchezza e lo splendore dei nostri oceani.
Oceani – Fragili, ma resilienti
L’uomo ha danneggiato nel corso degli anni il mondo marino attraverso la pesca intensiva, l’inquinamento e la distruzione delle coste, ma alcuni dati mostrano quanto gli oceani siano resilienti. Dalla Florida alle Filippine interi habitat sono, ad oggi, stati ripristinati completamente. Le popolazioni di alcuni animali marini come le megattere, lontre di mare, le tartarughe verdi, le foche grigie e i cormorani sono passati dalle centinaia alle migliaia in pochi decenni. Se protetta a dovere, la fauna marina è capace di rinascere in modo incredibile.
L’obiettivo primario dell’umanità nei prossimi trenta anni sarà quello di concentrarci sull’inquinamento derivato dalla plastica e dai pesticidi agricoli. Così da ridurre la progressiva acidificazione dei mari. Secondariamente, nonostante le politiche sulla pesca sostenibile siano sempre più efficaci, c’è bisogno di lavorare ancora in alcune aree del mondo. Dove la pesca intensiva continua a sfruttare indiscriminatamente le pur abbondanti riserve di pesce.
Ci sono aree su cui è necessario concentrare gli sforzi per la preservazioni degli habitat marini. In primis, il Mediterraneo, definito da uno dei ricercatori come un vero e proprio “cestino”. Il Golfo del Messico, dove alcune aree sono totalmente morte a causa dell’inquinamento. Ma anche il Sud Est Asiatico dove la pesca intensiva è ancora sin troppo diffusa. Bisogna continuare quel trend positivo che dal 2000 ha portato a proteggere più del 7% degli oceani, grazie ad aree e riserve marine sempre più ampie.
Cosa Fare nei prossimi 30 anni?
Gli oceani hanno dimostrato di poter rinascere più e più volte dopo disastri ambientali e distruzioni causate dall’uomo. Accrescere la consapevolezza riguardo alla loro importanza per l’intera umanità. Arrivare almeno al 30% di aree oceaniche protette. Diminuire le pratiche di pesca intensiva a livello mondiale. Ridurre drasticamente l’impatto dei rifiuti plastici e chimici nei mari.
Sono tutte misure che potrebbero essere davvero vitali per gli oceani e di conseguenza per l’ecosistema globale. Il messaggio di questa ricerca è chiaro: abbiamo i mezzi, le conoscenze e gli strumenti per poter ripristinare la ricchezza dei nostri mari nell’arco di una generazione.
Fonte: Nature