I nuraghi presto Patrimonio dell’Umanità? Il verdetto dovrebbe arrivare verso fine marzo. Si alza un coro di appelli affinché i siti nuragici della Sardegna entrino a far parte dell’Unesco: Gesuiti, scienziati e archeologi di tutto il mondo. Il tempo sta per scadere e gli appelli non si fermano.
Cos’è un nuraghe?
Il nuraghe è uno considerato uno dei simboli più conosciuti della Sardegna. Grazie alla sua imponenza riesce a trasmettere il carattere forte e invincibile della civiltà nuragica. Un popolo che ha saputo costruire delle fortezze per proteggere e garantire la vita di tutti gli abitanti. Svolgevano il ruolo che, in un passato più recente, veniva svolto dai castelli.
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Quanti nuraghi ci sono in Sardegna
Non esiste un vero e proprio censimento presente nell’isola. Si tratta per lo più di cifre indicative e basate sulle stime effettuate da ogni singolo comune. Quello che si sa è che, tra nuraghi ancora perfettamente visitabili e i ruderi, possiamo contare circa 7.000 ritrovamenti.
Quando sono stati costruiti
Possiamo stimare che la civiltà nuragica si estende dall’età del bronzo, nel 1800 a.C, fino al II secolo a.C., quindi in epoca romana. Nell’arco di questi secoli, la civiltà ha subito numerose trasformazioni ed evoluzioni che spiegano il motivo per cui esistono delle differenze nella conformazione dei nuraghi.
Il complesso nuragico di Barumini
Il complesso nuragico di Barumini sorge in un’area denominata Marmilla, nella Sardegna centro meridionale, all’interno della provincia del Medio Campidano. Secondo l’Unesco il sito, che comprende l’esemplare meglio conservato di tutti i nuraghi sardi, è un’importante testimonianza di come una comunità preistorica abbia saputo utilizzare in modo fantasioso e innovativo i materiali e le tecniche costruttive dell’epoca.
Dell’antica civiltà nuragica non si sa molto. Si tratterebbe di un popolo di pastori e contadini, che visse diviso in piccole comunità in Sardegna per otto secoli e che avrebbe costruito queste straordinarie strutture.
Galleria dei “Nuraxi”
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