giovedì, Aprile 18, 2024

Nuovi standard per Euro 7: limiti anche per l’elettrico

Sono infine arrivate le proposte dalla Commissione Europea per la normativa Euro 7 sui limiti alle emissioni. Vediamo quali sono i nuovi standard.

Quali saranno i nuovi standard per Euro 7?

I requisiti dei nuovi standard che vedremo di seguito riguardano qualsiasi tipologia di veicoli a motore, elettriche comprese, sono applicabili a precisi elementi inquinanti e interessano i motori, ma anche altri componenti, come freni e pneumatici. Ma poiché di recente è già stato approvato il pacchetto Fit For 55, i limiti non andranno a toccare le emissioni di CO2.


Normativa Euro 7 aspettando Godot a quattro ruote


Non solo auto e furgoni

Una delle novità principali riguarda l’ambito di applicazione: non saranno infatti interessati solo auto e furgoni, ma anche autobus e veicoli commerciali pesanti. Questo perché la Commissione Europea ha un obiettivo ben preciso, cioè di ridurre l’impatto ambientale dell’intera rete dei trasporti stradali, che si calcola è stata responsabile del 39% delle emissioni nel 2018. Tornando per un attimo a furgoni e auto, con i nuovi standard dovranno emettere il 35% in meno di NOx rispetto alla normativa precedente: i mezzi più grandi, il 56% in meno. Il particolato, altro punto importante, dovrà essere ridotto del 13 e del 39%. Per gli impianti frenanti, il limite sarà del 27%.

Disposizioni sulle particelle inquinanti

“Le regole Euro 7 sono neutre dal punto di vista tecnologico e del carburante. Ciò significa che si applicano gli stessi limiti di emissione a tutti i veicoli all’interno della medesima categoria, indipendentemente dalla tecnologia o dal carburante utilizzato. Inoltre, riguardano anche i veicoli a emissioni zero di CO2” spiegano da Bruxelles.

Neutralità tecnologica

Fino a oggi, il limite per gli ossidi di azoto erano fissati a 60 mg/km per i motori a benzina e a 80 per quelli a diesel. La nuova normativa li livella entrambi a 60. Oltre a questo, la Commissione Europea ha esteso l’elenco degli elementi inquinanti. L’Euro 6 riguarda l’ossido di azoto, ma anche il monossido di carbonio, particelle, idrocarburi, metano, e ammoniaca per autocarri e autobus. Per quest’ultima, il limite coinvolge ora anche auto e furgoni. Per i mezzi pesanti, si aggiungono la formaldeide e il protossido di azoto. L’Euro 7 potrà quindi regolamentare anche le particelle ultrafini più piccole, il particolato generato dai freni e la durata delle batterie.

Tutti pronti a luglio… con qualche eccezione

Il provvedimento entrerà in vigore il 1° luglio 2025 per i nuovi veicoli leggeri e il 1° luglio 2027 per i mezzi pesanti. Ma sono previste “eccezioni limitate”, per le auto di costruttori di nicchia, oltre ad un’estensione delle norme attuali, per “riflettere al meglio il normale ciclo di vita dei veicoli, compresi quelli usati”. Le Euro 6, infatti, devono aver percorso almeno 100.000 km o avere alle spalle 5 anni di utilizzo, ma il parco macchine europeo si aggira su una media di 12 anni. Per questo, i km aumentano a 200.000, o 10 anni di utilizzo.

L’impatto sui costi

Naturalmente, queste nuove disposizioni avranno un costo. “Nel definire le nuove regole, la Commissione ha analizzato a fondo l’impatto degli standard sull’accessibilità della mobilità, soprattutto alla luce dell’attuale aumento dell’inflazione. Gli incrementi di costo previsti in relazione alla situazione attuale rappresentano solo una piccola frazione del prezzo totale del veicolo, ovvero tra 90 e 150 euro per auto e furgoni e circa 2700 euro per camion e autobus” afferma la Commissione Europea. Sostiene, però, che i benefici per un minore inquinamento dell’aria “superino in misura significativa questi costi per i produttori, i consumatori e le autorità”.

Soluzioni convenienti

La Commissione ha tenuto anche conto dell’impegno crescente dei costruttori per la mobilità elettrica, e per raggiungere lo zero emissioni entro il 2035: ritiene quindi di aver presentato “soluzioni convenienti”, che possano anche spingere gli investimenti verso innovazioni ambientali, riducendo i costi normativi e amministrativi a carico del settore. Andranno poi a scomparire alcuni test, rimpiazzati con altri nuovi, sviluppati su parametri RDE (Real Driving Emissions) e supportati da moderni strumenti digitali. Sempre secondo la Commissione, i tempi sono più che sufficienti per permettere ai costruttori di adeguarsi.

I costruttori non sono convinti

Il prossimo passo per l’Euro 7 sarà l’iter autorizzativo comunitario: dovrà quindi passare dall’EuroParlamento e dal Consiglio Europeo, infine al Trilogo. Ma già adesso i costruttori, per bocca dell’Acea, si dicono “seriamente preoccupati: purtroppo, il beneficio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato, mentre aumenta pesantemente il costo dei veicoli. Si concentra su condizioni di guida estreme che non hanno quasi alcuna rilevanza nella vita reale” spiega il presidente, Oliver Zipse.

Costi proibitivi

A preoccupare è anche, e soprattutto, il comparto dei veicoli pesanti e le tempistiche dell’entrata in vigore dei nuovi standard. “Il pacchetto legislativo Euro 7/VII probabilmente non sarà pronto prima della metà del 2024, soprattutto considerando il lungo elenco di test aggiuntivi che copre. Le date di attuazione proposte non sono realistiche, dato l’enorme numero di modelli e varianti di veicoli che devono essere sviluppati, ingegnerizzati, testati e omologati prima di allora. La normativa rischia, quindi, di essere molto complessa e costosa” conclude l’Acea.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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