sabato, Dicembre 14, 2024

Nuova Zelanda: introdotto hijab nelle uniformi della polizia

Una svolta molto importante per l’integrazione religiosa e culturale. La polizia della Nuova Zelanda ha infatti introdotto lo hijab, il velo che utilizzano le donne musulmane per coprire il capo, nella loro uniforme ufficiale. Tale provvedimento è stato deciso al fine di incoraggiare più donne di fede islamica a unirsi all’arma. La Nuova Zelanda raggiunge così un importante traguardo per l’integrazione e la tolleranza di culto. Anche altri Stati hanno approvato la modifica dell’uniforme: la Metropolitan Police di Londra, nel 2006 ha autorizzato lo hijab come parte integrante della divisa da agente, così come l’Australia che nel 2004 ha visto la prima poliziotta musulmana con il velo, Maha Sukkar .

Nuova Zelanda: un grande traguardo per l’integrazione culturale?

Decisamente sì. Sono ancora molti i pregiudizi all’interno delle culture non musulmane, che interpretano la pratica di indossare il velo come un atto di sottomissione delle donne agli uomini. In realtà lo hijab, secondo il Corano, vuole testimoniare la rettitudine della fedele che deve essere modesta e pia. Un passo davvero fondamentale per la Nuova Zelanda, soprattutto perché lo sviluppo della nuova uniforme è stato pensato nel 2018 a seguito di un sondaggio proposto agli studenti delle scuole superiori.

Ali: la prima agente con hijab

L’agente Ali è la prima recluta a richiedere lo hijab come parte della sua uniforme e ha partecipato al processo di sviluppo della nuova divisa. Ali, nata nelle Fiji e trasferitasi in Nuova Zelanda da bambina, ha detto al New Zealand Herald di aver deciso di unirsi alla polizia dopo l’attacco terroristico di Christchurch. “Mi sono resa conto che ci vogliono più donne musulmane nella polizia, per andare a sostenere le persone”, ha detto al quotidiano nazionale. “È fantastico poter uscire e mostrare lo hijab della polizia neozelandese come parte della mia uniforme”, ha aggiunto. “Penso che vedendolo, anche più donne musulmane vorranno unirsi”.

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