venerdì, Marzo 29, 2024

130 anni fa Nellie Bly fece il giro del mondo

La giornalista americana Elizabeth Jane Cochran, comunemente nota come Nellie Bly, nacque nel 1864, in un paese della Pennsylvania. La sua è una storia di emancipazione femminile, iniziata all’età di ventun anni. Ben presto riuscì a distinguersi dalle giornaliste di fine ottocento, rifiutandosi di scrivere rubriche di moda e giardinaggio propose fin da subito inchieste avventurose. Grazie al suo spirito combattivo, riuscì ad intraprendere un percorso che la proclamò prima giornalista investigativa della storia. Per poter essere assunta come reporter da Pittsburgh Dispatch, utilizzò un “nome di penna”: Nellie Bly, ispirato ad una vecchia canzone, che una volta ascoltata ridonderà nella testa di ognuno di voi.

Una giornalista sotto copertura

In una delle sue prime inchieste, si infiltrò tra le operaie delle fabbriche di Pittsburgh per denunciare le dure condizioni di vita delle donne lavoratrici. Successivamente attraversò il Messico, per raccontare le violenze e la corruzione del governo, ma fu costretta a rientrare negli Stati Uniti, perché divenne in soli sei mesi una minaccia per i conservatori e per i capi dello stato. Aprì le porte al giornalismo sotto copertura quando venne assunta da Joseph Pulitzer, per il New York World, dove si dedicò ad un’inchiesta che pochi avrebbero accettato: farsi rinchiudere nel manicomio femminile dell’isola Newyorkese di Blackwell (oggi isola Roosevelt), dove si sospettava che le pazienti venissero trattate con estrema crudeltà. Nellie Bly si affidò alle sue doti di attrice e al suo coraggio che la contraddistinsero in tutta la sua storia. Provò sulla pelle le cattiverie che venivano afflitte a quelle donne, suscitando talmente tanto scalpore da determinare una riforma sugl’istituti psichiatrici nello stato di New York. 

Il giro del mondo in 72 giorni

L’apice della fama lo raggiunse nel 1889, quando Nellie decise d’infrangere il record di Phileas Fogg, personaggio del romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne. Lo scopo del viaggio era di compiere un’impresa ardua e straordinaria allo stesso tempo, che riuscisse ad attirare l’attenzione pubblica e facesse aumentare le tirature del quotidiano, portando così, i suoi lettori ‘in giro per il mondo’. Il giornale, diretto da Pulitzer, accettò di finanziarle il viaggio. Il 14 novembre 1889, Elizabeth alla giovane età di ventiquattro anni, partì per il suo viaggio di 40.000 chilometri attraverso navi, treni e persino tratti a piedi. Da New York a Londra e poi a Calais, Brindisi, Port Said, Ismailia, Suez, Aden, Colombo, Penang, Singapore, Hong Kong, Yokohama, San Francisco e infine di nuovo a New York,  riuscì a terminare il viaggio il 25 gennaio 1890

72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi

Un’impresa stupefacente che avrebbe terrorizzato qualunque donna dell’epoca, ma non lei, sbarcò in America 72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi dopo la sua partenza, riuscendo così a vincere la sua sfida contro il romanzo di Verne. Per la prima volta una giovane donna viaggiò senza accompagnatori, senza bagagli, lottando contro il tempo, per infrangere ogni record. Riuscì a condividere con i suoi lettori le scoperte fatte lungo il suo veloce  tragitto con rapide istantanee, brevi annotazioni, commenti sui compagni di viaggio e sulle tappe del suo itinerario. Elizabeth è ormai una celebrità nazionale, il diario in cui racconta questa avventura “Il giro del mondo in 72 giorni”, riscosse un enorme successo. 

Gli ultimi anni della sua vita

Anni più tardi, dopo aver ottenuto il titolo di “migliore reporter d’America”, lasciò il giornalismo per sposare un anziano imprenditore, Robert Seaman. Alla morte del marito prese in mano il suo impero, ma fallí e per i successivi otto anni Nellie Bly lavorò per il New York Evening Journal come inviata sul fronte, utilizzò anche la sua influenza per trovare case ai numerosi bambini abbandonati a causa della guerra.  La sua storia termina il 27 Gennaio 1922 in un ospedale di New York, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, morì di polmonite.

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