lunedì, Giugno 23, 2025

Nel caos politico, le imprese straniere scappano dall’Italia

Nel tempo in cui  in Italia nasce il movimento delle “sardine” per  creare opposizione all’opposizione. mentre il governo non trova un equilibrio e laddove  il premier  Conte non chiarisce la propria situazione riguardante l’argomento Mes , non si è capaci di difendere il tesoro che l’Italia possiede.

Le aziende, dal settore manifatturiero ai servizi.

Un dato prevaricante è l’analisi delle aziende straniere che investono nel made in Italy, Le multinazionali straniere presenti in Italia sono 14.007 e fatturano quasi 530 miliardi di euro. Numeri significativi. Secondo l’Istat che ha condotto un’indagine , le imprese estere generano un valore aggiunto di 104 miliardi di euro e investono 12 miliardi di euro 3 dei quali in ricerca e sviluppo.

Il grafico in apertura mostra i dieci paesi dove hanno sede le società che controllano il maggior numero di aziende in Italia. Nella classifica generale, che quindi somma società attive nell’industria e nei servizi, gli Stati Uniti d’America sono al primo posto con 2.347 società attive all’interno dei confini italiani. Al secondo e terzo posto due storici partner europei dell’Italia: la Germania, con 1.955 imprese, e la Francia che ne conta 1.930.

Oltre agli Stati Uniti d’America, spicca nell’elenco c’è un altro Paese che non proviene dal continente europeo: il Giappone, con 461 società controllate. Scorporate tra industria e servizi, podio e top ten di fatto non cambiano, guidano sempre gli Usa che contano 645 società industriali e 1.702 nei servizi.

Numeri interessanti per l’economia domestica , ma in questi ultimi anni L’Italia è scesa al penultimo posto nell’Ue per investimenti diretti esteri.

Un dato che, secondo la Cgia, dipende da diversi fattori, le troppe tasse, l’eccesso di burocrazia, la giustizia lenta, i tempi di pagamento della Pa tra i più elevati in Europa.

Investimenti che nel 2018 sono stati pari a 361,1 miliardi di euro, il 20,5% del Pil. Solo la Grecia, tra i paesi dell’Ue monitorati dall’Ocse, registra un risultato peggiore con investimenti per il 16% del Pil. A guidare la classifica troviamo invece l’Irlanda, con un tasso del 261,5% del Pil. Anche grazie a un sistema di tassazione agevolato, sottolinea ancora la Cgia.

In questo ultimo anno abbiamo assistito a dei lasciti importanti del nostro paese, ovvero, quello delle multinazionali in crisi, come , ArcelorMittal, Embraco, Whirlpool e tanti altri.

E’ ora che il governo cominci a strutturare riforme all’altezza delle eccellenze del nostro paese dal settore industriale, a quello agricolo e a quello dei servizi, e sono proprio queste risorse che ci ricordano che l’Italia non può diventare come la Grecia.

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