Negazionisti dell’Olocausto: gli antisemiti e i social

Si è appena conclusa la giornata del ricordo, e come da copione, lo stesso ormai da anni, i negazionisti dell’Olocausto si sono “esibiti” nel loro consueto show. Se fosse un titolo di un programma sarebbe, “Quelli che ….il complotto”. Difatti i negazionisti negano ogni evidenza. Ma ciò che più inquieta è l‘antisemitismo strisciante. Supportato ideologicamente proprio come nella propaganda di Goebbels. Cioè basata su documenti del tutto privi di fondatezza. Come i Protocolli dei Savi di Sion.

Chi sono i negazionisti dell’olocausto?

I negazionisti dell’Olocauto, sono individui secondo i quali nei lager nazisti non sarebbero esistite camere a gas. Né sarebbe avvenuto alcuno sterminio sistematico di ebrei e di altri prigionieri. Dunque una narrazione incentrata su dei falsi storici. Tra quelli più recenti, vi è l’opera del 2005. Nota come Piano Kalergi. Un testo antisemita. Ideato da un neonazista e negazionista austriaco di nome Gerd Honsik. Il quale sostiene che l’immigrazione sarebbe orchestrata da una élite di origine ebraica. Intenzionata ad eliminare l’identità dei popoli europei. Tuttavia basta poco per accorgersi che il fenomeno non riguarda pochi esaltati. E quindi non risolvibile con l’indifferenza e con qualche ora di storia ed educazione civica nelle scuole secondarie. Si tratta piuttosto di una congrega appartenente agli ambienti di estrema destra. Che fondano le proprie tesi sulla distruzione del punto di vista altrui. E che alimentano l’odio razziale.

La propaganda degli estremisti di destra “corre” sui social

Il retroterra culturale, che anima la visione negazionista, è diffusa soprattutto attraverso i social. Difatti slogan antisemiti ad effetto, catene di articoli concisi e manipolati, invadono i canali di RadioSavanaITA e di Telegram. Quest’ultimo è il social dark più usato dall’estrema destra. In quanto la piattaforma non collabora con la Polizia. A riguardo Twitter sta cercando di intervenire come fosse un editore. Eliminando di contro, i post che alimentano l’odio. In questa direzione sta iniziando a muoversi anche Facebook. Come accaduto con l’eliminazione del post marcatamente nazista per la campagna elettorale di Trump. Difficile però arrivare a tutti. 

La narrazione dei negazionisti dell’Olocausto

Nella narrazione dei negazionisti dell’Olocausto, si evince l’insidiosità di tesi e argomentazioni con un fine politico. Volto a legittimare il nazismo attraverso la cancellazione degli aspetti più aberranti della sua storia. Nonché, a latere, la finalità di denunciare il c.d. complotto giudaico. Come nel “Poema sul disastro di Lisbona“, scritto da Voltaire e inserito nel Candido, l’illuminista denuncia che, secondo la filosofia di Leibniz, persino gli effetti drammatici di quel terremoto venivano considerati necessari per il migliore dei mondi possibili. Quell’interpretazione distorta della realtà si traduceva in una sorta di negazione che esista una volontà malvagia. E che, al contrario, tutto ciò che accade ha un fine positivo.

Ricordare per non dimenticare

Che si abbia il massimo della documentazione possibile. Siano esse registrazioni filmate, o fotografie, o testimonianze. Perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo“. Suonano invero alquanto profetiche le affermazioni pronunciate dal Generale Dwight Eisenhower al termine della Seconda Guerra Mondiale. Sulle soglie dei campi di concentramento. Nei quali s’era consumato uno dei più grandi genocidi che la storia mondiale ricordi.


Negare l’Olocausto su Facebook non sarà più possibile


Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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