“Mi trasferiranno nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, dove ai detenuti vengono strappate le unghie”, ha affermato l’oppositore russo Aleksej Navalny. L’oppositore è stato condannato lo scorso 22 marzo a nove anni di carcere per frode. Navalny deve anche pagare una multa di 1,2 milioni di rubli per oltraggio alla Corte.
Cosa ha affermato Navalny?
L’oppositore russo Aleksej Navalny ha affermato che presto sarà trasferito nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, carcere in cui i detenuti sono torturati. “L’ultima sentenza nei miei confronti non è ancora entrata in vigore, ma ho sentito dire che verrò trasferito nella colonia di massima sicurezza di Melekhovo, dove ai detenuti vengono strappate le unghie”, ha scritto Navalny in un post su Twitter. L’oppositore russo ha poi concluso il tweet con sarcasmo: “Bene, almeno avrò una scusa per usare questa emoji alla moda”, aggiungendo alla fine l’emoji delle mani con lo smalto.
La portavoce del leader dell’opposizione russa, Kira Yarmish, ha affermato che “la colonia penale dove Putin ha ordinato di trasferire Navalny è la numero 6 nella città di Melekhovo, nella regione di Vladimir”. “Abusi e torture sono usati contro i detenuti in molte carceri russe, ma l’IK-6 a Melekhovo è un posto mostruoso anche secondo gli standard così folli. Nell’IK-6 non c’è legge”, ha proseguito Yarmish. La portavoce ha poi aggiunto che il 6 giugno del 2018 il prigioniero Gor Ovakimyan è stato assassinato nella colonia dopo molti giorni di torture.
La Fondazione anti-corruzione diventa internazionale
Intanto, come annunciato dallo stesso Navalny, la Fondazione anti-corruzione (FBK) ha iniziato a estendere il proprio lavoro a livello internazionale. Nei giorni scorsi il sito della Fondazione è apparso anche in lingua inglese. Nel sito appare una sezione intitolata “Sanzioni” in cui è pubblicata una lista di 6 mila nome. Sono giudici, generali, politici, oligarchi e propagandisti del regime che hanno contribuito alla guerra del presidente Putin. Il collaboratore di Navalny, Leonid Volkov, parlando delle sanzioni, ha affermato che “non basta sanzionare gli olgarchi, solo questo non fermerà Putin”. “Finora le sanzioni hanno colpito solo i livelli più alti del regime o pochi grandi oligarchi. Bisogna colpire invece l’infrastruttura del regime, i dirigenti intermedi: vice-ministri, giudici, governatori delle regioni, generali, dirigenti del FSB“, detto Volkov in un’intervista con la Repubblica.
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