venerdì, Aprile 19, 2024

Nasce il terzo polo riformista: tutti sotto “l’ombrello” di Calenda

Oggi nasce il terzo polo del riformismo e della cultura di governo. Dobbiamo costruire un’alternativa possibile al populismo e al sovranismo“. Queste le parole di Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, al primo congresso di Azione. Durante il quale è stato nominato per acclamazione dai delegati del partito, segretario nazionale.

Nasce il terzo polo riformista: un nuovo centrosinistra?

Dopo il pastrocchio delle elezioni quirinalizie come era inevitabile, si inizia a parlare di ricostruzione del sistema politico. Chiaramente in panne ormai da tempo. E il tentativo di Carlo Calenda di sbloccarlo. La riprova più clamorosa è il congresso di Azione conclusosi a Roma. Durante il quale, l’ex ministro dello Sviluppo, nel suo discorso di investitura a segretario del partito, ha esplicitamente affermato che serve una nuova fase. Come lo chiama Calenda il terzo polo. “Oggi nasce il terzo polo del riformismo e della cultura di governo. Dobbiamo costruire un’alternativa possibile al populismo e al sovranismo. Il grande centro non esiste. Esiste un’area pragmatica che contiene le grandi famiglie politiche europee”. Dunque, si può ammorbidire l’affermazione parlando di una nuova area. Ma cambia poco. Il problema centrale è che bisogna arrivare a decidere davvero cosa vuole fare da grande, il centrosinistra. Perché ormai ha esaurito la sua fase adolescenziale.


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Un sistema in crisi

Pare evidente che lo schema del bipolarismo dominante è in crisi. Da una parte il centrodestra, dall’altro il centrosinistra. Il primo aveva orgogliosamente sostenuto che sarebbe stato il suo turno nel dare le carte. Illudendosi di contare su una maggioranza parlamentare, tenuta insieme dalla prospettiva di una sua sicura vittoria alle prossime elezioni. Mentre il centrosinistra, ha offerto la prova provata del suo desiderio di catarsi. In quanto non si sa più se includa davvero un centro, e cosa sia la sinistra. Durante il congresso Carlo Calenda consegna una lista di riflessioni. Su ciò che andrebbe fatto e come. Egli pone priorità sulle quali lavorare ed ipotizza soluzioni possibili.

Letta si allea con Calenda?

Il Pd si prepara alla scissione dai 5 Stelle? Carlo Calenda prova a dare qualche idea ad un partito, il Pd, che crede destinato a perdere le prossime elezioni, se non procede ad un’opera di ristrutturazione. E che forse, immagina, un giorno sarà suo. Anche se dichiara: “Io porto questo partito al 20 per cento e poi ve lo lascio“. Pertanto si posiziona al centro di tutto. Probabilmente anche di sé stesso. Nella paradossale condizione di chi è senza amici e senza nemici. Trattando sempre gli uni alla stregua degli altri, e viceversa. Come i democristiani di razza sui quali non tramonta mai il sole. Dunque apre ad un campo largo. Anzi larghissimo. Chiedendo agli amici Letta e Matteo Renzi a convergere coi liberali, Piu Europa e a Forza Italia. E con la Lega. Però ponendo il veto al M5s e a FI. “Con loro mai“. Ha sentenziato Calenda. Dunque un congresso chiarificatore. In quanto in Italia non si vince a sinistra. Perché la sinistra non è abbastanza forte, ma non si vince senza la sinistra se non si è sfacciatamente di destra. Perché comunque una sinistra forte e radicata esiste, ed è sufficiente a far perdere nella situazione bipolare di oggi.

Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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