Nando Martellini: il 5 maggio 2004 si è spenta la voce dei Mondiali ’82

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Nando Martellini si è spento il 5 maggio 2004.

«Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo». È stato così che Nando Martellini è entrato nella storia come la voce ufficiale che ha salutato l’11 luglio 1982 il terzo trionfo mondiale della Nazionale italiana di calcio dopo la vittoria in finale per 3-1 sulla Germania Ovest. Inevitabilmente, quando il 5 maggio 2004 è giunta la notizia della morte del telecronista romano, un po’ tutti sono tornati con la mente a quella serata ma anche a quel torneo che all’inizio degli anni ’80 vide l’Italia di Tardelli, Zoff, Paolo Rossi, Cabrini e Gentile (solo per citarne alcuni) arrivare a sorpresa sul tetto del mondo, accompagnati dal racconto gentile, emozionato ma sempre pacato e mai sopra le righe del giornalista capitolino.

Nando Martellini è stato il telecronista dei Mondiali di Spagna 1982.

Nando Martellini si è spento a 82 anni al Policlinico Gemelli di Roma dove era stato ricoverato già da un po’ di tempo per una brutta malattia. Aveva lasciato la sua amata Terracina, dove viveva con la moglie Gianna, che aveva conosciuto quando lavorava insieme a Vittorio Veltroni come segretaria alla Rai. Il giorno successivo alla morte, il Comune di Roma per rendere omaggio ad uno dei giornalisti sportivi più amati di sempre, ha deciso di allestire la Camera Ardente (con il consenso della famiglia) presso la Sala della Promoteca in Campidoglio. Per due giornate il pubblico ha voluto porgere l’estremo saluto al compianto telecronista, dimostrando ancora una volta quanto fosse rimasto nei cuori di tutti gli italiani dopo quelle notti di trionfi ed emozioni dei Campionati del Mondo di Spagna ’82. I funerali, invece, si sono tenuti alle ore 11 del venerdì presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Piazza della Repubblica.

Nando Martellini: da giornalista di politica estera a telecronista «Mondiale»

La carriera di Nando Martellini è legata alla Rai fin dai suoi esordi. È approdato alla Tv di Stato nel 1944 quando si chiamava ancora Eiar. Laureatosi da poco in Scienze Politiche e siccome conosceva ben cinque lingue straniere (siccome sognava di diventare un diplomatico) ha cominciato a lavorare come redattore di politica estera. In realtà, è sempre stato un grande appassionato di sport, infatti già nel 1936 – quando aveva appena 15 anni – era riuscito a convincere i genitori a lasciarlo partire per Berlino per seguire le Olimpiadi.

Morto il giornalista Giulietto Chiesa, aveva 79 anni

Nonostante ciò, il suo debutto come radiocronista non è stato nel mondo sportivo, infatti è avvenuto quando è stato chiamato a raccontare una festa popolare a Trastevere. Da quel momento, però, il giornalista romano ha fatto tanta strada, arrivando a narrare numerosi eventi storici al pubblico, tra i quali i funerali di Einaudi e di Papa Giovanni XXIII. Il passaggio al calcio è avvenuto in maniera del tutto casuale: ha ricevuto l’incarico per i Campionati del Mondo in Messico del 1970 per sostituire Niccolò Carosio, sospeso per aver definito «negraccio» un guardalinee dell’Etiopia.

La carriera di Nando Martellini.

E fin da subito Nando Martellini si è ritrovato a riportare al pubblico partite memorabili della Nazionale italiana, una sua tutte, la leggendaria Italia-Germania 4-3 allo stadio Azteca. A proposito di questo match, in diverse occasioni ha svelato che avrebbe voluto urlare di gioia quando Rivera ha messo a segno la rete decisiva, ma per l’emozione la voce gli si è fermata in gola. Dopo l’esaltazione di quest’incredibile gara, ha dovuto in qualche modo consolare i tifosi azzurri quando i sogni mondiali si sono spenti in finale al cospetto dell’imbattibile Brasile di Pelé.

Il destino però qualche anno dopo gli ha concesso l’onore e la soddisfazione di accompagnare i ragazzi di Bearzot verso il trionfo di Madrid del 1982, con quella triplice esclamazione «Campioni del Mondo» che ha segnato una pagina importante nella storia delle telecronache più emozionanti delle sfide della Nazionale azzurra. In totale, durante la sua lunga carriera, Martellini ha seguito 11 Mondiali di calcio, 3 Olimpiadi, 18 Giri d’Italia e 12 Tour de France. Quando gli veniva chiesto quale fosse il suo più bel ricordo, a sorpresa non menzionava la finale del 1982 del Bernabeu, ma la medaglia d’oro di ciclismo conquistata ai Giochi Olimpici di Melbourne da Ercole Baldini, quando ha sentito l’inno cantato a squarciagola dagli immigrati italiani in festa che hanno sostituito con le loro voci gioiose il disco mancante.