giovedì, Aprile 18, 2024

Musei visitatori in calo nel 2020. Più servizi online

Gli effetti del lock down sono evidenti nel settore culturale: il 2020 registra nei musei visitatori in calo con un -72% dal 2019. Le Istituzioni che operano nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico hanno incrementato però le iniziative digitali. Istat ha fotografato la situazione e fornito dati sul volontariato.


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Nei musei visitatori in calo: come riavvicinare il pubblico?

Le restrizioni dell’emergenza sanitaria non hanno incentivato la frequentazione dei poli culturali. Anche la didattica a distanza ha influito sulla variazione negativa degli ingressi nei musei perché le scuole organizzano nel corso dell’anno visite alle esposizioni permanenti. Tuttavia, gli studenti hanno fruito dei contenuti messi a disposizione online, sviluppando quindi un interesse per il patrimonio. Nei prossimi mesi le Direzioni delle Istituzioni possono proporre attività che creino affezione nei confronti nei materiali conservati nelle teche. Pensando alle antichità come a una proprietà che apparteneva ai progenitori gli utenti sono più interessati allo sviluppo di progetti di valorizzazione e tutela. Documentari e riscoperta delle testimonianze del passato anche attraverso giochi interattivi sono idee da prendere in considerazione.

Esposizioni permanenti e volontariato

Il report di Istat mette in luce l’apporto di volontari, tirocinanti e stagisti nello svolgimento delle attività museali. Infatti, sono più di 14mila, in media 4 per centro culturale, le persone che collaborano all’organizzazione di visite e iniziative per il pubblico. Il 12% dei musei ha un organico composto interamente da persone che non percepiscono uno stipendio statale. Anche le Istituzioni con dipendenti nel periodo del lock down hanno fatto ricorso al lavoro agile o alla turnazione tra il personale.

Visite online e servizi digitali

Istat rileva che 7 musei su 10 hanno cercato di incontrare il pubblico con visite online e servizi digitali già diffusi prima della pandemia. Nel 2020 i centri culturali rimasti aperti, anche parzialmente, sono 4.265. Tuttavia il 79,1% non supera i 5mila visitatori; il 16,7% ne conta tra 5mila e 50mila e solo il 2,5% più di 50mila. Le esposizioni non statali hanno risentito un po’ meno degli effetti della pandemia, con un calo del 69% dal 2019. Invece, nelle Istituzioni statali la diminuzione di visitatori è del 76%. L’8% non ha riaperto dopo le direttive del febbraio 2020. Il 2% delle strutture ha continuato a svolgere soltanto le ordinarie funzioni amministrative, di ricerca e comunicazione, ma non ha permesso al pubblico di tornare negli spazi espositivi. Il motivo è l’impossibilità a attuare le norme igieniche richieste dal Governo.
Il 6% ha sospeso tutte le attività.


Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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