venerdì, Marzo 29, 2024

Muore a 30 anni Samuele Orlando, tastierista e leader dei Final Fantasy Italian Project

Il musicista Samuele Orlando è morto nella notte del 13 Marzo a causa di una crisi respiratoria, probabilmente provocata da un attacco epilettico. Il pianista triestino aveva appena trent’anni.

Pianista jazz formatosi in conservatorio, Samuele era animato da due grandi passioni, quella per la musica (soprattutto jazz) e quella per la storica saga videoludica giapponese Final Fantasy. Passioni che lo spinsero a fondare nel 2012 il Final Fantasy Italian Project: la prima tribute-band italiana delle musiche di Final Fantasy. Al suo interno ha riunito altri appassionati che rispondessero ai seguenti requisiti: essere buoni musicisti e buoni cosplayers. I FFIP da quel momento hanno collaborato a stretto contatto con le fiere del fumetto più popolari, con l’obiettivo di portare i loro show in giro per l’Italia. L’idea è senza dubbio originale: unire all’arrangiamento (anche in chiave metal) della colonna sonora della saga la componente teatrale resa dai cosplay dei personaggi. Grazie a questa commistione i ragazzi hanno sempre cercato di coinvolgere ed emozionare il loro pubblico. La loro pagina Facebook è sempre molto attiva, con tanto di live con cadenza settimanale. In esse i ragazzi offrono performance musicali, commentano i capitoli di Final Fantasy e raccontano ai fan i progetti futuri.

Samuele Orlando militava inoltre in altre due formazioni, una statunitense e una giapponese, ed era pianista ufficiale del Caffè degli Specchi. Nella pagina Facebook dei FFIP, che allego sotto, i colleghi e amici lo ricordano con un grande affetto e con una serie di disegni celebrativi, opera di vari artisti. Davide Casali, direttore d’orchestra e presidente dell’Associazione Musica Libera, dice dell’amico e concittadino:

«Ricordo la grande simbiosi che c’era tra noi, che c’è sempre stata a iniziare dalla musica ebraica. Ricordo la sua grande passione per il klezmer e la musica etnica più in generale, che poi ha portato nei suoi tantissimi progetti. E ricordo la sua grande voglia, l’entusiasmo nell’organizzare eventi. Era un pilastro dell’associazione. Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo costruito insieme dal Rock Summer Festival alla fiera del disco. Musicalmente abbiamo compiuto un grande cammino, siamo stati in giro per il mondo. Per me, più che un nipote, era un figlio».

Un ragazzo pieno di entusiasmo e passioni, che in questi anni di attività hanno dato i loro frutti; frutti che, nonostante la prematura morte, sarà difficile che vadano persi.

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