giovedì, Aprile 25, 2024

Motu proprio Bergoglio ripensa la gestione finanziaria

Con motu proprio Papa Francesco prosegue la sua opera di ristrutturazione della Curia Romana. Stavolta, ridistribuendo le competenze di alcuni Enti per una gestione trasparente ed efficiente dei cespiti della Santa Sede. Infatti, Bergoglio ha emanato una legge che sancisce il passaggio dell’amministrazione di fondi e immobili alla Segreteria per l’Economia e all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Vediamo di cosa si tratta.

Motu proprio rivoluziona la gestione finanziaria?

Con l’ultimo motu proprio intitolato “Una migliore organizzazione”, Papa Francesco ha convertito quanto scritto nella lettera del 25 agosto scorso al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Più precisamente, il 26 dicembre Bergoglio ha sancito che la Segreteria per l’Economia “d’ora in avanti svolgerà anche la funzione di Segreteria papale per le materie economiche e finanziarie”. Pertanto, le competenze della Segreteria di Stato passeranno all’APSA di monsignor Nunzio Galantino e alla Segreteria per l’Economia gestita dal gesuita Juan Antonio Guerrero Alves. Così, Papa Francesco ha siglato la riforma finanziaria iniziata nel 2013, che gli ultimi scandali hanno solo accelerato. In una nota, l’Ufficio Stampa della Santa Sede ha riferito che questo provvedimento “rappresenta un altro passo importante nella riforma della Curia“. E ha aggiunto che la decisione è stata presa “prima del 1 gennaio per l’implementazione nel budget del 2021“.

Dichiarazione

“Questa nuova legge viene a ridurre il numero di responsabili economici nella Santa Sede e a concentrare l’amministrazione, la gestione e le decisioni economiche e finanziarie nei dicasteri rispondenti allo scopo. Con essa, il Santo Padre vuole procedere ad una migliore organizzazione della Curia Romana e a un funzionamento ancora più specializzato della Segreteria di Stato, la quale potrà con maggior libertà aiutare lui ed i suoi successori nelle questioni di maggiore rilevanza per il bene della Chiesa“.

Maggior trasparenza nella gestione finanziaria

Presentando il bilancio 2019 dopo tre anni di “non pervenuto”, appena assunto l’incarico Guerrero Alves aveva spiegato che la Santa Sede sarebbe dovuta essere una casa di vetro. “I fedeli hanno diritto di sapere come usiamo le risorse“, aveva affermato. Con questi provvedimenti, ha chiarito la Santa Sede, “il Santo Padre esprime il Suo personale impegno, e quello della Curia Romana, per una maggiore trasparenza, una più chiara separazione di funzioni, una maggiore efficacia nei controlli e un maggior adeguamento dell’economia della Santa Sede alla missione della Chiesa”. Questo affinché “il Popolo di Dio che aiuta con la sua generosità a sostenere la missione del Vescovo di Roma possa farlo con la fiducia che i suoi contributi siano amministrati in maniera adeguata, trasparente e con l’esercizio dei dovuti controlli”.

Le novità della riforma motu proprio

Continua il processo di ristrutturazione voluto da Francesco per una gestione più trasparente e un’amministrazione e una vigilanza più efficaci. Almeno il dettato normativo è perentorio. Così, quello che era il centro più importante dopo la Santa Sede “Da oggi diventa un dicastero come gli altri“. Infatti, la Segreteria di Stato “Non gestirà nemmeno un euro senza autorizzazione“. Piuttosto, “Si occuperà di politica estera e magari interna, ma non sarà più una sorta di ministero delle finanze improprio e onnipotente“. E ciò il più presto possibile. Comunque “La Segreteria di Stato trasferisce quanto prima, non oltre il 4 Febbraio 2021, tutte le sue disponibilità liquide giacenti in conti correnti ad essa intestati presso l’Istituto per le Opere di Religioni o in conti bancari esteri, all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica su conto bancario da questa indicato”.

La commissione ad hoc

Il provvedimento era stato elaborato da una Commissione ad hoc istituita a inizio novembre. Lo scopo era organizzare il passaggio delle funzioni finanziare ed economiche all’APSA: “A decorrere dal 1° gennaio 2021 la titolarità dei fondi e dei conti bancari, degli investimenti mobiliari e immobiliari, ivi incluse le partecipazioni in società e fondi di investimento, finora intestati alla Segreteria di Stato, è trasferita all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica che curerà la loro gestione e amministrazione“. Inoltre, “Essi saranno sottoposti a un controllo ad hoc da parte della Segreteria per l’Economia“. La Commissione preciserà i dettagli tecnici fino al 4 febbraio prossimo, come stabilito.

I dettagli della riforma

Con la riforma del motu proprio, Papa Francesco stabilisce maggiori controlli e riduce gli Enti economici. E concentra le funzioni amministrative e gestionali della Santa Sede a favore della Segreteria per l’Economia. A decorrere dall’esercizio 2021, infatti, “le contribuzioni a qualunque titolo dovute o liberamente devolute alla Santa Sede da parte di Enti ecclesiali di qualunque tipo“. Quindi anche quelle del Governatorato vaticano e dello Ior. In più, gli Enti saranno “sottoposti al controllo, vigilanza e indirizzo della Segreteria per l’Economia” con eccezione di “quegli Enti per i quali il Santo Padre abbia espressamente disposto diversamente“. Pure l’Obolo di San Pietro, il collettore di elemosine e donazioni, sarà soggetto a stretta vigilanza. Anche per scongiurare scandali simili a quello del palazzo londinese di Sloane Avenue.

Le competenze dell’Apsa secondo il motu proprio

Come si legge nel documento papale, l’APSA “costituirà un accantonamento di bilancio denominato Fondi Papali, che per maggiore trasparenza farà parte del bilancio consolidato della Santa Sede, per il quale dovrà tenersi contabilità separata, con l’apertura di specifici sottoconti“. Il conto sarà chiamato “Budget Generale della Santa Sede”. Questo includerà: “Il Fondo denominato Obolo di San Pietro, con tutte le sue diverse suddivisioni e articolazioni; il Fondo denominato Fondo Discrezionale del Santo Padre; ciascuno dei fondi denominati Fondi Intitolati, che abbiano un particolare vincolo di destinazione per volontà dei donanti o per disposizione normativa“. Comunque, ognuno di essi manterrà la propria finalità e le disponibilità liquide in “conti dedicati aperti” dall’APSA. Dal canto suo, il Dicastero sarà chiamato a fornire un resoconto periodico alla Segreteria di Stato, che “continua a collaborare nella raccolta degli stessi”.

Il controllo sulla gestione

Alcune novità riguarderanno anche le scritture contabili. Infatti, da gennaio i bilanci preventivi e consuntivi degli Enti saranno “trasmessi alla Segreteria per l’Economia, che provvede a sottoporli al Consiglio per l’Economia per la loro approvazione“. Infine, con la nuova legge il Papa ridimensiona le funzioni dell’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato, il quale “mantiene esclusivamente le risorse umane necessarie per effettuare le attività relative alla propria amministrazione interna, alla preparazione del proprio bilancio preventivo e consuntivo e alle altre funzioni non amministrative espletate finora“. 

Il rinnovamento di Papa Francesco

L’ultimo ad aver rivoluzionato la Santa Sede era stato Paolo VI. Ma già dai primi mesi del suo pontificato anche Bergoglio si è dimostrato “solerte” nel ridisegnare la mentalità e gli equilibri interni della Santa Sede. Alle volte stravolgendoli. Tuttavia, verrebbe da chiedersi perché Papa Francesco abbia aspettato quasi otto anni prima di intervenire. Ebbene, alla domanda ha risposto uno dei sacerdoti più vicini al Pontefice, che ha spiegato: “C’è voluto tanto tempo perché le resistenze erano forti. La mentalità del corpo diplomatico vaticano è dura a morire“. E ha soggiunto: “Ma ora dovranno ubbidire“.


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