venerdì, Settembre 13, 2024

Motivo e motivazione in psicologia

Il motivo e la motivazione in psicologia non sono sinonimi. Il motivo è la ragione che origina l’azione, mentre la motivazione è la forza che muove la persona a compiere tale azione. Quindi, la motivazione è il processo e il motivo la causa concreta dell’azione.

Come si definiscono motivo e motivazione?

Il motivo e la motivazione in psicologia non sono sinonimi. Bensì sono correlati e complementari. Nello specifico, il motivo è la ragione che origina l’azione, mentre la motivazione è la forza che muove la persona a compiere tale azione. La motivazione è il processo psicologico che fa riferimento alla causa del comportamento, mentre il motivo è la causa specifica del comportamento motivato. Quindi, la motivazione è il processo e il motivo la causa concreta dell’azione.

Il motivo

Il motivo è il fattore costante individuale. Gli individui si differenziano rispetto a questo motivo. Si tratta dei motivi che spingono il soggetto ad azioni, indipendentemente dalle loro cause.

Due sono gli aspetti importanti: l’aspettativa e l’attribuzione causale.

L’aspettativa e l’attribuzione causale

L’aspettativa riguarda l’immagine di riuscita che si crea in una situazione nuova. Riporta ad una particolare disposizione che riferisce alla probabilità che sia positiva o negativa, quindi il verificarsi di un determinato risultato.

L’attribuzione causale fa riferimento al bisogno dell’individuo di orientarsi, di capire gli eventi e le cause degli eventi, C’è il ‘bisogno di coerenza’, per cui i risultati delle azioni si attribuiscono a:

  • fattori personali, che sono la capacità, ovvero le predisposizioni, e le motivazioni, cioè gli sforzi;
  • fattori situazionali, che possono essere stabili. Come ad esempio le difficoltà. Come pure, possono essere variabili. Ad esempio, il caso.

Il motivo e la stimolazione

Il motivo e la stimolazione sono importanti entrambi. Infatti, la stimolazione incide sul comportamento attraverso il motivo. E il motivo spinge alla stimolazione. Si parla di ‘aspetto direzionale’ del comportamento. Infatti, opera in modo selettivo. Quindi, un soggetto motivato si spinge verso uno specifico oggetto.

Il motivo e il bisogno

Il comportamento umano si sviluppa in determinate direzioni. Si ha un incanalamento dei bisogni e delle potenzialità attive, in funzione proprio del comportamento. Occorre fare una differenza tra il bisogno e il motivo.

Il motivo si riferisce alla spinta verso una determinata realtà. Il bisogno si riferisce a uno stato di carenza.

Vengono descritti, in tal senso:

  • motivi innati, che sono fisiologici, esplorativi, conoscitivi;
  • motivi acquisiti, che si basano sui bisogni innati, e sono contingenti, sociali, di valore. Questi ultimi tre motivi devono essere equilibrati all’interno della personalità umana.

I cinque sistemi motivazionali di Joseph Lichtenberg

Joseph Lichtenberg ipotizza che nell’individuo esistano cinque sistemi motivazionali. Essi si basano su cinque distinte esperienze di bisogni, di programmi funzionali operativi ed affettivi:

  • bisogno di regolazione fisica delle esigenze fisiologiche: rimanda ai bisogni fisiologici fondamentali, dai bisogni del bambino piccolo e della madre. Si inseriscono, qui, i concetti di ‘memoria episodica’ e ‘memoria procedurale’. La ‘memoria episodica’ è il ricordo di eventi per cui verbalmente si può esprimere il ricordo di questo episodio. La ‘memoria procedurale’ si basa su schemi di azioni percettive/affettive;
  • bisogno di attaccamento. Considera che l’attaccamento si manifesta attraverso comportamenti, ma è un’attività interna. Il sistema di attaccamento può essere costruito intorno all’affetto. In tal caso, si parla di ‘attaccamento sicuro’. Oppure, all’insicurezza. In tal caso, c’è ambivalenza;
  • bisogni esplorativi assertivi, dove l’esplorazione e l’assertività costituiscono un sistema motivato;
  • bisogni avversivi: sono rappresentati dall’assertività e l’avversività. L’assertività porta ad esplorare l’ambiente ad agire in modo costruttivo. Mentre per l’avversività, il soggetto reagisce agli stimoli dell’ambiente, visti come pericolosi;
  • bisogni di piacere sessuale ed eccitazione. Qui, si ha il passaggio dal sensuale al sessuale con l’eccitazione. Il sistema sensuale si concentra intorno al piacere sensuale. Fa riferimento al benessere di sentire la presenza dell’altro.

Questi cinque sistemi motivazionali dovrebbero essere strutturati nella persona in modo adeguato. Se c’è la prevalenza di uno, c’è qualche difficoltà.

La motivazione

Nella motivazione, ci si riferisce all’elemento interno. Quindi all’individuo rispetto all’oggetto esterno, cioè l’ambiente.

La motivazione è la spinta o stato interiore che orienta l’organismo verso un’azione finalizzata al raggiungimento di un obiettivo. Per un individuo, essa può essere:

  • primaria, cioè spinta da meccanismi fisiologici, come fame e sete;
  • secondaria, che riguarda meccanismi psicologici e cognitivi. E sono concetti, schemi mentali, valori, modelli sociali.

Alla base di entrambi i tipi di motivazioni, esistono delle teorie di riferimento.

Le motivazioni primarie

Le motivazioni primarie vengono spiegate da:

  • teoria pulsionale biologica, che si basa sul bisogno. L’organismo ha necessità biologiche da soddisfare, come il cibo;
  • teoria freudiana delle pulsioni, cioè gli istinti che hanno origine, scopo e oggetto. L’origine è situata nell’attività biologica del corpo, ad esempio gli ormoni; lo scopo è ridurre la tensione che i meccanismi fisiologici creano. Se la pulsione non viene riconosciuta come bisogno e quindi non è soddisfatta, si crea angoscia. L’uomo soddisfa le proprie pulsioni sostituendo l’oggetto. Ciò per via dell’azione di meccanismi di difesa e regole morali;
  • teoria pulsionale etologica, per cui le pulsioni sono istinti caratteristici della singola specie. Sono influenzate dall’esperienza e dall’apprendimento;
  • imprinting, cioè una modificazione indelebile da intendere come relativa e non assoluta;
  • teoria dell’attivazione o ‘arousal’, secondo cui la spinta ad agire dipende dal livello di stimolazione e dal grado di attivazione dell’organismo.

Le motivazioni secondarie

Le motivazioni secondarie riguardano il successo e l’ attaccamento. La motivazione al successo, insieme alla spinta a compiere una certa azione, è legata al raggiungimento di un risultato qualificabile in termini di successo. La motivazione di attaccamento considera il piacere legato al contatto con un altro individuo e al dispiacere nella separazione.

Conclusione

I motivi dietro le azioni dell’individuo sono da rintracciare nell’inconscio. La motivazione fa riferimento a cosa si vuole raggiungere, con consapevolezza.

https://www.periodicodaily.com/il-modello-sfera-nella-psicologia-dello-sport/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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