L’Unesco ha lanciato un concorso internazionale di architettura per la ricostruzione della moschea di al Nuri, a Mosul. Costruita nel tardo XII secolo, la moschea caratterizzata dal minareto pendente subì un attentato il 21 giugno del 2017 durante l’avanzata delle truppe irachene nella battaglia di Mosul. Al fine di restituire alla città già devastata dalla guerra uno dei suoi monumenti più importanti, l’Organizzazione ha deciso di intervenire. La moschea di al Nuri non solo rappresenta un tesoro architettonico di prim’ordine ma è anche un simbolo di appartenenza e identità in cui si rispecchia Mosul.
Mosul: perché al-Nuri è stata distrutta?
La Grande Moschea di al-Nuri era la principale moschea sunnita di Mosul, costruita nel XII secolo ed è celebre per il suo minareto pendente. L’edificio, distrutto dalle forze dell’Isis con dell’esplosivo, rappresentava il centro della comunità. Per evitare che la moschea cadesse in mano al nemico, i miliziano decisero di raderla la suolo. Un durissimo colpo per Mosul che vide andare in pezzi una dei più importanti luoghi della città. Irrimediabilmente danneggiato anche il gobbo, così come era chiamato il minareto pendente che si ergeva a fianco alla moschea per 45 metri di altezza con sette bande di mattoni decorativi con modelli geometrici complessi.
La ricostruzione
Centro della vita cittadina, la moschea era sempre stata il centro della vita della città. Al-Nuri si estendeva su una vastissima superfice e comprendeva alcuni monumenti importanti. Oltre al minareto d’Al Hadba, di grande interesse artistico vi erano altri luoghi come la sala di preghiera e una serie di edifici secondari. La ricostruzione della moschea, secondo l’Unesco è un segnale importante di ripresa per Mosul, una delle più antiche città del mondo. Segnata dalle guerre ed epicentro, a suo malgrado, degli scontri cruenti scatenati in area irachena, l’Organizzazione vuole puntare a ricostruire l’unità cittadina, ricreando l’antico simbolo di splendore e coesione del mondo sunnita.
