Mosca minaccia le multinazionali occidentali, come Coca-Cola, McDonald’s, Procter & Gamble e altre aziende che vogliono ritirarsi dal Paese con il sequestro dei beni. Inclusa la proprietà intellettuale. Nonchè di arrestare i funzionari che hanno criticato il Cremlino. Nonostante ciò, molte società non hanno in programma di modificare le proprie decisioni di ritiro o sospensione delle operazioni. Vista l’instabilità economica e le condizioni che saranno volatili per qualche tempo.
Mosca minaccia multinazionali occidentali: perchè?
Da un report del WSJ, le minacce sono arrivate sotto forma di telefonate, lettere e visite. Che intimavano di intraprendere un’azione legale contro le società e sequestrare beni compresi i loro marchi. Secondo la Yale School of Management, oltre 350 aziende straniere hanno dichiarato di lasciare o sospendere temporaneamente il lavoro in Russia. Ma le autorità sovietiche hanno intensificato gli sforzi per impedire flussi migratori di denaro oltre i propri confini. E per sostenere il rublo. Che ha già visto un precipitoso calo di valore rispetto al dollaro. In seguito all’impatto combinato delle misure restrittive.
Putin vuole nazionalizzare le società straniere
La scorsa settimana, il presidente Vladimir Putin ha espresso il possibile sostegno a una legge che consentirebbe al Cremlino di nazionalizzare i beni di società straniere che lasciano la Russia. A seguito dell’invasione dell’Ucraina. Una mossa contro la quale la Casa Bianca ha messo in guardia il Cremlino. “Qualsiasi decisione illegale da parte della Russia di sequestrare i beni di queste società alla fine si tradurrà in un dolore economico ancora maggiore per la Russia“, ha twittato Psaki la portavoce della Casa Bianca. La procura venerdì ha intanto ordinato un “controllo rigoroso” sulle società che avevano annunciato la sospensione delle loro attività in Russia. Avvertendo soprattutto di un maggiore monitoraggio del rispetto della legislazione sul lavoro. Pena l’azione penale. Coca-Cola, McDonald’s, Procter & Gamble e Yum Brands non hanno risposto alle richieste di commenti di AFP. Da quando Mosca ha attaccato l’Ucraina, molte società, dalle compagnie petrolifere e rivenditori, alle organizzazioni sportive e ai media, hanno tagliato i legami con la Russia. Poiché il Paese diventa sempre più isolato dall’economia globale.
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