venerdì, Aprile 19, 2024

Mongol Rally: in azione per beneficienza anche Fiat 128 e Panda 4×4

Un viaggio che percorrerà oltre 15 chilometri quello del Mongol Rally. Di fatto un evento privo di competizione a solo scopo benefico. Quest’anno saranno presenti due iconiche vetture italiane: la Fiat 128 e la Panda 4×4.

Che cos’è il Mongol Rally?

Abbiamo anticipato che si tratta non di una competizione, bensì di un evento benefico atto a sostenere, quindi, una buona causa. Due vetture italiane, Fiat 128 e Panda 4×4, inizieranno un lungo “cammino.” Questo, di fatto, avrà luogo a Praga e terminerà in Mongolia. I due team, “Team Panda over” e “Team Becco to the Future” sono compositi da 6 lucchesi totali, suddivisi in modo equo nel gruppi poc’anzi descritti. L’evento mirerà ad una raccolta fondi per l’associazione “Veronica Sacchi.” Tale, si occupa del progetto “Smart Clown”, la clown-terapia che possa aiutare i pazienti a istanza, a causa dell’emergenza Covid. Infatti, tale terapia non è possibile svolgerla, al momento, in presenza. Marco Roso, Diego Crippa e Stefano Valsecchi saranno a bordo della panda 4×4. Mentre, Stefano Maddalon, Valerio Carbonara e Emanuele Panzeri, a bordo della Fiat 128.

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La solidarietà verso il prossimo

L’evento, partirà il 18 di luglio. L’istituto professionale Einaudi di Lecco, ha attuato il restauro della 128. Il lavoro effettuato ha incuriosito Diego Crippa, coordinatore del settore meccanico della scuola. Così, ha deciso di partecipare al Mongol Rally. La causa che accomuna tutti, è il poter essere solidare ed aiutare l’associazione che si occupa della clown-terapia anche a distanza. Un modo per garantire la vicinanza alle persone, sebbene fisicamente non sia possibile. Crippa si è mostrato estremamente presente in prima linea, supervisionando i progetti. Egli, ha altresì asserito, che dopo un lungo periodo si ha ricominciato a parlare di viaggi. La cosa fondamentale, che muove l’animo di tutti i partecipanti al progetto, saranno i sorrisi che potranno incontrare sul percorso e, quelli alla fine dello stesso. Quando i pazienti potranno sentirsi parte di un tutto, anche a distanza.

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