venerdì, Marzo 29, 2024

“Moira”: il progetto digitale di Caterina Silva per MACTE

Il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta MACTE Digital, nuova sezione che ospiterà “Moira” di Caterina Silva con la cura di Marta Federici. Si tratta di un progetto interamente digitale.

In cosa consiste “Moira”?

Il progetto “Moira” si articola in quattro tappe consecutive che si paleseranno su MACTE Digital allineandosi al calendario lunare.

Inizia domani 11 maggio 2021, a cui si aggiungerà la seconda il 14 maggio mentre il 19 “Moira” farà il suo ingresso su MACTE Digital. Il 26 maggio si potrà assistere live, tramite Twitch, una performance corale in streaming dalle ore 19:30 alle 21:00. Al termine del progetto sarà reso disponibile un glossario che raccoglierà le parole di “Moira” e che sarà scaricabile dal portale MACTE Digital. Si avrà la possibilità di poter riattraversare le tappe del progetto.

“Moira” si articola come un’indagine sul linguaggio, in particolare, nella possibilità di restituire alle parole la capacità di trasformare la realtà senza innescare relazioni di potere con l’oggetto nominato. “Moira” cambia continuamente forma e formato: da testo si fa screensaver, per poi mostrarsi, muoversi e parlare in una stanza d’animazione virtuale. La performance live ci porta in un luogo fisico e ai movimenti nello spazio e dal vivo dei corpi performanti. Chi si collegherà in digitale potrà seguire e commentare questo evento.

Il progetto si apre a dialoghi tra passato e futuro, in termini di strumenti come di contenuti. Si relaziona inoltre ad un’opera scelta tra quelle in collezione del Premio Termoli, la tela di Anselmo Anselmi Interspazio 10 (1973). Rappresenta delle finestre che si aprono su uno sfondo scuro, prestandosi a una trasposizione digitale di finestre di accesso ad altri schermi, mondi e consapevolezze.


Il Macte di Termoli aderisce all’archivio Raam


Le parole di Marta Federici

Marta Federici, curatrice del progetto “Moira”, dichiara: “Il nome scelto dall’artista per questo personaggio contiene una stratificazione di significati e riferimenti a contesti culturali variegati: dalle Moire della tradizione greca, le tre figlie della Notte che tessono il filo del fato degli esseri umani, alle mouras encantadas del folklore portoghese, le antiche costruttrici di Dolmen che si dice vivessero sotto un incantesimo imposto loro da padri o fratelli.”

“Nella tradizione cristiana, il nome Moira non trova invece corrispondenza in nessuna delle sante ricordate nel calendario liturgico ed è identificato come nome adespota, ovvero, letteralmente, “senza padrone”. Queste suggestioni lontane sono state delicatamente reimpastate dall’artista sino a comporre un terreno fertile, dove poter piantare i semi di una narrazione inedita.Il racconto costruito da Silva ha il sapore di una mitologia contemporanea, che germoglia tra le maglie del web 2.0 e si colora delle sfumature di un’estetica da videogame”

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