Moby Dick: la verità nascosta

Il viaggio interiore di Achab

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Moby Dick e la sua verità sono realtà scomode dentro un vortice di metafore. Leggere altri libri come Moby Dick e la sua verità, se mai ce ne fossero, significa imbrigliarsi nella ricerca di una accettazione dell’emulazione come atto dovuto. La sua epica ci costringe a far caso a dettagli che la vita ci offre e che spesso evitiamo di osservare per non accettarne la dura franchezza.

Moby Dick la verità che sa far male

Moby Dick: la verità nascosta

Prima di ogni escursione nella dinamica del libro, mi sorge una domanda: quante volte da persone libere non siamo stati capaci di affrontare e sfidare il nostro Achab di turno? Spesso ci siamo trovati a seguire le follie di un comandante che non era il capitano della nostra vita, ma ugualmente non siamo riusciti a liberarcene. Quale è dunque il segreto della psicologia di Achab? Achab ha il coraggio di farsi carico dei demoni altrui. Non dimentichiamoci che la storia scritta da Herman Melville è basata su fatti realmente accaduti. Ora che questo mostro marino fosse veramente un Demone dei 7 mari o che la tradizione ce lo abbia fatto diventare non ci è dato saperlo. Quello che sappiamo con certezza è che tutti ne erano a conoscenza. Tutti i marinai erano a conoscenza delle vicende della baleniera Essex e di come una balena inusualmente grande la abbia affondata. Si raccontano atti di cannibalismo, una caccia senza tregua che la balena bianca avrebbe condotto di notte e giorno contro le scialuppe di salvataggio.

Quali demoni Achab richiama dagli abissi della coscienza

E’ solamente quando vengono presi nel rapido, fulmineo giro della morte, che i mortali diventano consci dei muti, sottili, onnipresenti pericoli della vita”. Vedete utilizza una sottigliezza psicologica fantastica. Ascoltando questo pensiero, che Achab avrà sicuramente espresso con un senso di oblio nella voce, non possiamo non far caso al suo raggiro morale e psicologico. Achab dice: “E’ solamente quando vengono presi nel rapido, fulmineo giro della morte”. Se la frase terminasse qui saremo propensi a pensare che chiè già morto”. Ma la sottigliezza è che si sta riferendo a dei vivi. Quindi psicologicamente li sta braccando trasformando questa sorta di monito in una esternazione più drammatica: “che i mortali diventano consci dei muti, sottili, onnipresenti pericoli della vita”.

Moby Dick il Satana di Achab

In quel mondo marinaresco i protagonisti erano spesso fervidi credenti. Molti di loro vedevano nel vento il favore o no di Dio, il pescato era un dono per la grandezza che l’uomo rappresenta nell’universo. Se io dovessi metaforizzare la frase di Achab, potrei rivolgermi ai miei marinai, spesso incolti, poveri, e soggiogati dal mio ruolo con parole oscure. “E’ soltanto quando l’uomo è di fronte alla morte che si rende conto dei suoi peccati , così che il terrore della vendetta di Satana bracca il suo cuore”. Così Achab assoggetta i suoi uomini alla necessità richiesta dalla sua vendetta. Altra domanda: quante volte non siamo riusciti a divincolarci da un assoggettamento psicologico? Ovviamente ognuno risponderà a se stesso. Achab si eleva ad angelo della morte che fronteggerà in prima persona i demoni di ognuno di loro. Il demone del peccato, della meschinità, dell’omicidio, della menzogna, tutti peccati che Achab mostra come demoni rappresentati dalla balena bianca. Si eleva a protettore e condottiero, che vuole dare ai suoi uomini un’altra possibilità morale. “Dobbiamo continuare a inseguire questo pesce assassino finché non affoga l’ultimo uomo. Dovremo farci tirare da lui in fondo al mare? O farci trascinare all’inferno? Oh si, continuare la caccia è un’empietà e una bestemmia!”. Vedete lui è l’angelo maledetto che riscatta i peccati che Moby Dick riporta a galla dagli oblii della vita. Ora immaginate una ciurma di uomini che sono in fuga da qualcosa, che sia una condanna o la vendetta di qualche portuale. Loro vivono un terrore che il capitano trasmette subdolamente per arrivare alla sua vendetta. La ciurma crede che veramente il “traghettatore” sia pronto a richiedere il compenso per la loro vita scellerata.

Moby Dyck rivelatrice di una psiche alterata

Ed ecco il colpo di grazia: “Il coraggio più sicuro e più utile è quello che nasce da un giusto apprezzamento del pericolo che si affronta. Con questa frase li convince dell’eroicità del gesto. Achab li chiama ad amare il pericolo come atto necessario alla costruzione morale di un uomo. Un marinaio è integro nella sua essenza solo se affronta i suoi demoni con disprezzo del pericolo ma con rispetto per il significato del sacrificio. Achab arriverà a mostrarsi come colui in grado di sacrificare non solo una gamba, ma la sua intera esistenza per schiacciare ancora una volta la testa di Satana.