venerdì, Marzo 29, 2024

Fermati militanti Partito Comunista senza apparente motivo

Ieri, venerdì 05/03/2021 alla fermata metro del Duomo a Milano, verso le ore 17.20 vengono fermati i cittadini Manolo Morlacchi e Costantino Virgilio, secondo loro senza un apparente motivo. Entrambi i militanti del Partito Comunista fermati si sono rifiutati di firmare il verbale rilasciato dalla Questura. Li abbiamo intervistati per fare luce su cosa sia veramente successo tra le 17.20 fino al loro rilascio.

Per quale motivo siete stati fermati?

Siamo stati fermati per un controllo di routine di documenti. Ciò è successo all’uscita del vagone della metropolitana in piazza duomo linea rossa a Milano.

Siete stati colti in flagrante a infrangere la legge?

Non stavamo commettendo alcun reato. Camminavamo normalmente per avviarci in corso Italia dopo il lavoro. Non siamo stati accusati di nulla.

Cos’è successo al momento del fermo?

Alla richiesta dei documenti l’altro compagno li ha subito forniti. Io Manolo Morlacchi, ho detto che non intendevo fornirli come nel mio diritto e che volevo conoscere il motivo della richiesta. A quel punto mi hanno avvisato che avrebbero dovuto identificarmi in questura. Mi hanno chiesto le mie generalità e io le ho fornite immediatamente. Ci hanno portato via entrambi, nonostante l’altro compagno avesse fornito i documenti. Ci hanno condotto nei locali della stazione di polizia della metropolitana Duomo e ci hanno requisito tutto (documenti, cellulari, borse del lavoro, chiavi ecc). Ci hanno quindi perquisito integralmente, facendoci spogliare nudi e obbligandoci alle flessioni. Prima di procedere si erano accorti che eravamo militanti del partito Comunista poiché con noi avevamo dei volantini preparati per un presidio.

Qual è stato l’esito della perquisizione?

Dopo la perquisizione siamo stati lasciati in attesa e verso le 17.50 ci è stato presentato un verbale di perquisizione avvenuta con esito negativo. A quel punto pensavamo che fosse finita. Al contrario, siamo stati caricati su una volante della polizia e condotti presso la questura di via Fatebenefratelli. Lì ci hanno nuovamente perquisito, togliendoci anche le stringhe delle scarpe e la cintura, preso le impronte digitali, fatto il fotosegnalamento e chiusi in una cella di sicurezza. Siamo arrivati in questura indicativamente alle 18 e ci hanno rilasciato verso le 22 e 45. L’unico documento che ci è stato rilasciato è un verbale da noi non firmato che diceva che la chiusura della perquisizione è avvenuta alle 17 e 40.

Dove eravate diretti?

Ci stavamo recando al presidio organizzato dal gruppo “Priorità alla scuola” che si svolgeva alle 17:30 in corso Italia. Per questo avevamo i volantini. Avremmo voluto e dovuto distribuirli durante il presidio. Il presidio è stato convocato da altri, in associazione con i genitori. Il presidio era autorizzato.

Nel mentre avete avvertito il vostro legale e famiglia?

Le famiglie e gli avvocati non erano al corrente di nulla. Ci è stato impedito di comunicare con l’esterno nonostante le nostre ripetute richieste. Questo è un altro motivo per cui non abbiamo firmato il verbale. Infatti, su quello c’è scritto che è stata una nostra scelta quella di non avvalerci della presenza di un avvocato durante la perquisizione. E’ falso! L’abbiamo chiesto ripetutamente, nonostante ciò non ci è stato concesso.

Come definireste la modalità di perquisizioni fatte alle vostre persone?

Lo stile delle perquisizioni adottato con noi è lo stesso (illegittimo) che si usa all’arresto di indagati pericolosi: spogliati nudi (nei locali della polizia in metropolitana!) e obbligati a flessioni.


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