Vita e formazione di Sangineto
Michele Sangineto, figura chiave nell’interpretazione del nostro passato evolutivo tecnico-strumentale, nasce ad Albidona nel territorio del cosentino, nel 1944.
Albidona o Leuteria, conosciuta durante l’epoca di splendore della Magna Grecia ai tempi del geografo Strabone (63 a.C-23 d.C), era la terra dei Giganti Leuterini. Allora non sbagliamo se ci ritroviamo a parlare di un gigante, anche se tutt’altra natura, ma figlio della stessa terra, un gigante della ricerca iconografica, o comunque sia di tutto ciò che si può condensare nell’idea del bello. In questo territorio ricco inizia il suo percorso di studi, e nella vicina Castrovillari conseguirà successivamente il diploma di Maestro d’Arte in Ebanisteria.
La decisione del trasferimento
Nei primi anni ’70, il giovane maestro, decide di trasferirsi nella verde Brianza e più precisamente a Monza, luogo che rimane legato indissolubilmente alla tradizione prima celtica e successivamente longobarda del suo territorio, con tutti gli spunti artistico-storico e culturali che questo può riccamente elargire.
Intorno al 1978, Sangineto intraprende un metodico studio legato all’iconografia strumentale del passato, un lavoro che lo spinse ad analizzare e fare suo il Codice scritto da Leonardo da Vinci conservato attualmente a Madrid (Biblioteca Nazionale di Spagna), città da cui prende il nome Codice di Madrid del 1523.
Comprendendo il valore del genio, alla luce del XX secolo le intuizioni tecnico musicali leonardesche, dal punto di vista della progettazione, della nascita ed evoluzione tecnica di uno strumento, il quale mira il suo esistere solo a colpire l’anima dell’ ascoltatore.
La ricerca e le collaborazioni
Mandole, vielle e salterio a pizzico o ad arco, sono solo alcuni dei risultati eccezionali che rinascono ridisegnati fra le sue mani, strumenti da cui la sua ricerca è partita.
Furono molti i soggetti recuperati da documenti, affreschi e dipinti, ma la ricerca mira anche verso criteri di scelta del legno,dell’ascolto di ogni diverso canto, quel canto che darà corpo ed anima allo strumento.
Uno in particolare lo ha avvicinato ad un pubblico di interessati professionisti, a livello nazionale ed internazionale. Stiamo parlando dell’arpa, e di arpe ne ha costruite tante fino ad ora, da quelle della tradizione celtica sino a quelle della tradizione popolare. Lavorerà con Alexander Bonivento o Stefano Corsi, fino ad arrivare a stimolare un interesse internazionale come per il famoso Derek Bell dei Chieftains. Poi arriva il leggendario Alan Stivell, e la collaborazione dalla quale nacque uno strumento creato ad personam, portando risalto alla bandiera della nostra tradizione nell’artigianato di settore.
Questo strumento è la “Sangineto-Stivello”, un’ arpa elettro-acustica, capace di trasportarci nel passato con le sue vibrazioni, stimolando il sentimento, unendo tradizione e futuro.
L’insegnamento
Quindi la ricerca ma anche l’insegnamento accompagna Sangineto nei suoi anni lombardi. Insegnerà per 35 anni all’Istituto d’Arte della città soddisfacendo così anche quell’esigenza di trasmettere amore verso ciò a cui dedichiamo la vita.
La sua filosofia
Tutto ciò che l’uomo ha tralasciato, il gusto e l’interesse artistico, tutto ciò deve essere recuperato e reso moderno e visibile. Così è come Sangineto spiega la filosofia di ricerca. Ridisegnare il passato con l’aspirazione di poter dare un corpo che si possa toccare, ma che in sé non è altro che una idea per noi di valore.
Ama lavorare con musicisti sperimentano il suono, questo è ciò che lo motiva, la passione per la ricerca del bello oggettivo nella sua totalità di interpretazione.
La sensibilizzazione dei giovani.
Ed il suo segreto è nella rieducazione e sensibilizzazione al bello, questa è la carta da giocarsi. Il maestro ebanista che crea le sue opere con occhi che molti forse hanno dimenticato di possedere.
Il suo vivo contenuto e contributo lo troviamo nella creazione di seminari in Italia ed in Spagna, con laboratori didattici e lezioni concerto. Sarà per questo che lo ritroviamo presidente dell’Associazione Culturale l’Arpetta, che ha come fine unico la divulgazione dell’arte e della cultura europea nel mondo.